Si è concluso tra le polemiche il vertice a Cagliari con i quattro sindaci dei Comuni in cui dovrebbero essere installati i radar anti immigrati.
CAGLIARI. Si è concluso fra le polemiche e con le posizioni immutate l'incontro fra i Prefetti di Cagliari e Oristano e gli enti locali coinvolti dall'installazione dei radar anti immigrati sulla costa ovest della Sardegna. Da parte loro gli amministratori hanno ribadito la necessità di spostare in altri siti i radar.
"Nel nostro Comune non metteranno piede", ha detto, lasciando l'incontro, il sindaco di Tresnuraghes, Antonio Cinellu. Concetto ribadito da tutti gli amministratori presenti. "Nel corso dell'incontro i rappresentanti della Guardia di finanza hanno sottolineato che non si tratta di attività militari, ma di radar ad uso civile - ha riferito Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari - quindi, secondo loro, si tratterebbe di un'opera non nociva per la salute dei cittadini e del territorio. A conferma di questa tesi sono stati inviati anche alcuni fisici nucleari della Asl di Sassari. Noi non ci stiamo, e ribadiamo la necessità di spostare l'eventuale installazione in altri siti".
Per Tore Cherchi, presidente della Provincia del Sulcis Iglesiente "non è ragionevole utilizzare quei territori dove già insistono servitù militari". Silvio Lai, segretario regionale del Pd, ha annunciato una mobilitazione che parte dai parlamentari sardi per coinvolgere anche i colleghi italiani per chiedere l'intervento del Ministero all'Economia.
"La Regione, colpevolmente assente al tavolo di oggi - ha sottolineato la segreteria del Pd - deve farsi carico della difesa del territorio e assumere un ruolo guida per lo sblocco positivo della vicenda". Delusione fra i Comitati locali che attendevano fuori l'esito dell'incontro. Dopo la giornata di protesta decideranno il da farsi in una nuova assemblea da convocarsi a breve.
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