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lunedì 27 giugno 2011

VOLANTINO DISTRIBUITO DURANTE IL PRESIDIO


VAL DI SUSA SOTTO ATTACCO - SOLIDARIETÀ AL MOVIMENTO NOTAV
Stamani alle cinque del mattino le forze del dis-ordine anno iniziato un attacco in massa contro il presidio NOTAV della Maddalena, con massiccio uso di mezzi meccanici, blindati,lacrimogeni, si segnalano già incendi e feriti.
Da dieci anni il movimento NOTAV resiste allo sventramento della Val di Susa per la realizzazione di un’opera inutile e costosissima. Una resistenza popolare, diffusa, che coinvolge l’intera valle contro questa inutile devastazione.
Non è la prima volta che i manifestanti NOTAV vengono attaccati nel nome del profitto delle grandi imprese, ansiose di mettere le mani sulla montagna di soldi pubblici stanziati per i “Treni ad alta velocità” (TAV) che non servono a nessuno, visto che la linea ferroviaria già esistente è in buona parte inutilizzata, mentre ovunque le ferrovie continuano ad andare in rovina, i prezzi aumentano e i pendolari vedono peggiorare di giorno in giorno il servizio e i lavoratori le loro condizioni.
Nel 2005 il presidio di Venaus era stato attaccato con estrema violenza, provocando orrore e disgusto. Violenza inutile, la popolazione subito dopo riprese il cantiere e il controllo della valle dove vuole continuare a vivere, la TAV fu ancora una volta fermata.
Nonostante la violenza voluta da padroni senza scrupoli e dispiegata dallo stato la TAV non passerà neanche questa volta. Basta repressione, solidarietà e resistenza popolare ovunque.
NOTAV
Per aggiornamenti e informazioni : notav.eu/index.php                                                               

Foto dal presidio di solidarietà ai NOTAV, fronte prefettura a Cagliari dalle 11 ad oltranza.




Cronaca degli avvenimenti sullo sgombero ai NOTAV


CRONACA DEGLI AVVENIMENTI
Dal 23 Giugno si è osservata la dislocazione di numerosi piccoli contingenti di polizia e carabinieri in alcuni alberghi della periferia di Torino e dei comuni della cintura; alcuni raggiungono Bardonecchia, in alta valle, evidentemente per poter poi circondare Chiomonte sia da est, sia ovest. Durante la domenica 26 si registra l'afflusso in valle di molti altri mezzi e uomini, sempre a piccoli contingenti e per vie diverse.
LUNEDI' 27 GIUGNO
ORE 04 - viene chiusa l'autostrada A32 del Frejus e macchine della Polstrada bloccano le due statali, S24 ed S25. La Valle di Susa è completamente chiusa al traffico e militarizzata
ORE 04,45 - dal Presidio della Maddalena di Chiomonte viene lanciato il fuoco d'artiifcio che segnala l'attacco; partono i messaggi di allarme generale via sms e internet.
ORE 05,30 - Pare che sulle due statali si possa transitare: CHI PUO' SALGA IN VALLE !
Entrambe le carreggiate dell'autostrada sono utilizzate per avvicinare i mezzi degli agenti al viadotto Clarea, da cui intendono aprire un varco per scendere nei terreni sottostanti.
ORE 06,00 - Si muovono i camion della Italcoge, una delle due aziende incaricate di installare la recinzione simbolica (che alla UE pare basti oper dichiarare iniziati i lavori...). Un elicottero dei carabinieri staziona sopra Chiomonte e controlla la situazione dall'alto.
ORE 06,45 - con l'assistenza del collegio legale del movimento NO-TAV, all'ingresso "della centrale" inizia una trattativa tra amministratori locali e presidianti da un lato, e rappresentanti delle diverse armi presenti in loco.
ORE 07,00 - all'entrata del paese di Chiomonte inizia a formarsi un concentramento di NO-TAV accorsi all'appello; INVITANO TUTTI A RAGGIUNGERLI: URGE LA MOBILITAZIONE POPOLARE
ORE 07:50 – all’inizio del viadotto Clarea, sulla A32, una ruspa sta spaccando tutta la delimitazione della carreggiata autostradale, con gli idranti hanno cominciato a sparare dalla galleria per proteggerne l’operato.
ORE 08,00 - lanci di lacrimogeni all'ingresso "Centrale"del presidio: evidentemente la trattativa non ha avuto buon esito
ORE 8,30 - con l'uso di lacrimogeni lanciati dai mezzi blindati viene oltrepassato l'ingresso "della centrale"; intanto sulla A32 la ruspa cingolata, con il pinzone tranciante, continua a demolire guard-rail e barriere antirumore anche sul lato opposto.
ORE 08,45 - i presidianti si concentrano sul piazzale del museo archeologico della Maddalena.
ORE 09,00 - si forma un altro concentramento di NO-TAV a S. Ambrogio, sulla statale 25 nei pressi della stazione FS. INVITANO ALTRI AD UNIRSI A LORO IN QUESTO SECONDO PUNTO DI INCONTRO. Intanto coloro che si erano dati appuntamento a Chiomonte si sono ora spostati verso Exilles.
ORE 09,10 - sul piazzale del museo, dove la gente si è radunata, vengono lanciati lacrimogeni; i presidianti fuggono nei boschi, ma anche lì vengono raggiunti da nuovi lanci. Qualche principio di incendio tra le tende da campeggio.

domenica 26 giugno 2011

No TAV

Ricordo a tutti che i prossimi 5 giorni saranno giorni determinanti per la nostra lotta, qui ci giochiamo non solo un lungo mese di attesa ma 20 anni di lotta contro i (mala)affaristi delle lobby del tondino e del cemento che vogliono distruggere la nostra terra e rendere la nostra vita impossibile.

Negli ultimi giorni ci sono stati ingenti movimenti di mezzi e uomini delle forze dell'ordine che malgrado il raduno per il 150° dei carabinieri a Torino, ci fa pensare in modo sempre più pressante che si stiano preparando all'assalto della Libera Repubblica della Maddalena.
Hanno scelto di alloggiare in diversi alberghi della periferia e della cintura dotati di garage sotterranei o parcheggi non visibili dalle strade (e così non è dato sapere quali partiranno per primi, quali per il secondo turno, il terzo ecc...)
Con tutta probabilità hanno deciso di venire qualche giorno in anticipo per fare un minimo di corso di addestramento: non è affatto un'operazione usuale per loro e non potrebbero affrontarla senza sapere almeno come è fatto il territorio, natura e dislocazione delle difese da superare (da questo tutto il lavoro di documentazione fatto dagli elicotteri...) caratteristiche di chi hanno di fronte, piano di azione e varie possibili varianti...

L'arrivo di lor signori, potrebbe avvenire tra domenica e martedi, ricordo che l'UE ha dichiarato un paio di giorni orsono che se entro il 30 giugno il cantiere di Chiomonte non verrà aperto, non solo verrà cancellato il finanziamento di 670 milioni di euro dati i troppi ritardi ormai sostenuti, ma il progetto della Torino-Lione verrà cancellato (a detta loro) da tutte le carte europee. Per questo motivo NON SI ARRENDERANNO ed è PER QUESTO  IMPORTANTE ESSERE IN TANTI NEL MOMENTO IN CUI ARRIVERANNO, più saremo più per loro sarà difficoltoso riuscire a sgomberarci e prendere possesso dei terreni per iniziare ad installare la recinzione.

L'appello pertanto è rivolto a tutti, NON DELEGHIAMO, DOBBIAMO ESSERCI ED ESSERE IN TANTI e dobbiamo tenere gli occhi ben aperti su ogni movimento sospetto in questi giorni.

Questa sera sabato 25 giugno alle ore 17.30, ci sarà un'assemblea popolare al presidio della Libera Repubblica della Maddalena dove intendiamo anche discutere dell'opportunità di una fiaccolata da farsi nella  serata di domenica con partenza dall'abitato di Chiomonte in direzione del presidio.
Si invitano a partecipare tutti comitati e tutti coloro che singolarmente desiderano partecipare e a provvedere a rifornimenti di cibo data l'alta affluenza di persone che
c'è stata negli ultimi giorni e che crediamo sarà ancora maggiore per le giornate di sabato e domenica.

Ricordiamo inoltre che da qualche giorno è stata attivata la frequenza RADIO LIBERA REPUBBLICA della MADDALENA su FM 88.6 Mhz ascoltabile per radio e da alcuni modelli di cellulari da Susa ad Exilles, è possibile inoltre rimanere in contatto anche attraverso Radio BLACK-OUT sulla frequenza 102.5 Mhz sempre in FM

VI ASPETTIAMO QUINDI ricordandovi che FERMARE il TAV E' POSSIBILE, FERMARLO TOCCA A NOI!!
Emanuela
Comitato NO TAV VAIE

venerdì 24 giugno 2011

Sardegna, sale la protesta contro i radar anti-clandestini


Cittadini, sindaci e associazioni ambientaliste sono in prima linea contro il progetto del governo di istallare quattro postazioni sottomarine in grado di intercettare i movimenti dei barconi dei migranti: "Basta con le servitù militari"
“Nel 1500 in Sardegna gli spagnoli avevano costruito una rete di torri contro i barbari. Cinquecento anni dopo, il governo ha cambiato gli strumenti ma non i metodi: con il contributo della Guardia di Finanza, l’esecutivo ha intenzione di installare dei radar anti-migranti sulle nostre coste”. A parlare così è Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna, che commenta la decisione di posizionare quattro radar sottomarini nei fondali sardi. I siti individuati sono a Capo Pecora nel Comune di Fluminimaggiore, Capo Sperone (Sant’Antioco),  Punta Foghe (Tresnuraghes) e all’Argentiera nel comune di Sassari.

Si tratta di strumenti di profondità, ideati dall’israeliana Elta System, finanziati nell’ambito del programma del Fondo europeo di sviluppo regionale e dai Fondi frontiere estere. Il progetto comprende un totale di 18 postazioni dislocate in Sicilia, Calabria, Puglia e Liguria.

Nessuno vuole parlare di radar militari. Anzi. Nell’incontro del 25 maggio scorso tra i sindaci dei quattro comuni coinvolti e le Prefetture di Oristano e Cagliari, si è parlato di scopi civili: “Nell’ultimo vertice fatto in Prefettura – spiega il primo cittadino di Trasnuraghes Antonio Cinellu – il Generale Stefano Beduini della Guardia di Finanza ci ha riferito che questi radar serviranno ad individuare imbarcazioni di migranti, eventuali presenze di malavitosi e per soccorrere persone che si trovano in difficoltà al largo delle nostre coste”.

La conferma di quanto affermato dal sindaco è nelle carte dove si parla persino di clandestini. Nel verbale della conferenza dei servizi svoltasi il 20 dicembre 2010 il colonnello Gianfranco Gulisano, comandante del Reparto tecnologico logistico della Gdf Sardegna nell’illustrare l’intervento afferma che “si prevedono 4 siti a protezione della costa occidentale che serviranno relativamente agli sbarchi di clandestini e più in generale per l’individuazione di traffici illeciti”. Parole che trovano riscontro sempre nel verbale della conferenza dei servizi in quanto afferma il tenente colonnello Michele Rodinò: “il progetto generale, a carattere nazionale, risponde alle recenti esigenze di implementazione della sicurezza nazionale riguardo all’immigrazione clandestina”.

Incaricata dalla Guardia di Finanza per la progettazione ed esecuzione dell’intervento è il gruppo Almaviva, già concessionaria con una delle sue aziende (G.Matica) dell’amministrazione autonoma Monopoli di Stato per il gioco legale e “attore chiave – secondo il blog Noradar – nel campo delle politiche sicuritarie collaborando con il Governo alla realizzazione del permesso di soggiorno elettronico”. La società si sarebbe aggiudicata un appalto milionario: oltre 5.000.0000 di euro. Ma ufficialmente non trapela nulla. Interpellato telefonicamente il progettista e direttore dei lavori Giancarlo Bartucci si è limitato ad affermare: “Non sono dati che le posso dare. Si tratta di un’opera secretata”.

Peccato che ai sindaci, a Legambiente e, più in generale, al popolo sardo questi radar non piacciano proprio. Non ne vogliono sapere di “svendere” alle servitù militari, altro territorio dal momento che due terzi della Sardegna sono già usati per controlli ed esercitazioni di difesa. “Se serve installare questi radar – spiega Cinellu – vengano messi dove vi sono già delle postazioni militari”. Le comunità per prime si sono mosse da mesi dando vita a comitati, proteste, petizioni on line contro il parere favorevole della Regione, della Soprintendenza di Cagliari e Oristano. Dal 12 maggio a Punta Foghe centinaia di uomini e donne presidiano giorno e notte, il loro territorio per impedire alle ruspe e alla Guardia di Finanza di mettere piede in quell’area incontaminata di alta valenza paesaggistica. Basti pensare che i territori di Tresnuraghes e di Fluminimaggiore fanno parte dei Siti d’interesse Comunitario. “Il 12 maggio scorso – racconta Domenico Mura, fondatore del comitato “No radar” di Tresnuraghes – ci siamo organizzati per fare una conferenza stampa sul posto. Quando siamo arrivati a Punta Foghe ci siamo trovati di fronte la Guardia di Finanza che era pronta ad aprire il cantiere. A quel punto abbiamo fermato i lavori perché dal 30 marzo al 30 giugno in queste aree è periodo di nidificazione degli uccelli e non è possibile fare nulla”. Una valutazione fatta emergere dal Comune di Sant’Antioco anche in sede di Conferenza dei Servizi e riportata a verbale. “Da allora non ci siamo più mossi e non ci sposteremo finché non avremo rassicurazioni sul fatto che in questa zona di radar non ne verranno messi”. Una mobilitazione che ha coinvolto l’intera comunità e che usa facebook per coordinare le iniziative.

Dalla Prefettura di Cagliari arriva qualche notizia positiva: “Il Prefetto – spiega il vicario Carolina Bellantoni – dopo l’incontro con gli amministratori ha riportato quanto emerso agli organi centrali per una possibile rivalutazione dei siti. La questione è ancora al vaglio della Guardia di Finanza”. Intanto ai presidi hanno esultato alla notizia che nei giorni scorsi il Tar di Lecce ha accolto la domanda cautelare di Legambiente Onlus e ha sospeso il parere della Soprintendenza e gli atti conseguenti relativi alla installazione del radar della Guardia di Finanza a Gagliano del Capo, nel Salento. A distanza di 20 giorni, dopo che un decreto del 27 maggio a firma del presidente della Prima sezione, Cavallari, aveva già sospeso i lavori di installazione del radar costiero di profondità in attesa di discutere all’udienza del 15 giugno, il Tar ha sospeso nuovamente i lavori di installazione della strumentazione.

da IL FATTO QUOTIDIANO

giovedì 23 giugno 2011

TIRIA N° 0

CIAO A TUTTE E TUTTI,
E' USCITO TIRIA NUMERO 0, sa tiria è la ginestra selvatica spinosa, presente accanto a ogni presidio, famosa per la durezza del suo legno, per il dolore causato dalla puntura delle sue spine e per la resistenza a venti e territori poco ospitali. 
UN FOGLIO DI RACCONTI, FOTO, ARTICOLI, CONTRIBUTI PROVENIENTI DAI PRESIDI NO RADAR, IL PROGETTO E' STATO PRESENTATO IN VARIE ASSEMBLEE E ORA HA PRESO VITA MA RIMANE COMUNQUE ALLO STATO EMBRIONALE. NON E' STATA DECISA UNA CADENZA PER L'USCITA DEL GIORNALE, NON SONO STATE DELINEATE LINEE EDITORIALI RIGIDE, NON E' STATA FISSATA LA PROSSIMA RIUNIONE DI "REDAZIONE", QUESTO PER FAR SI CHE TUTTI GLI INTERESSATI POSSANO DARE IL LORO CONTRIBUTO NELLA FORMA CHE PREFERISCONO. 
CI AUGURIAMO CHE QUESTO DIVENTI UN CONTENITORE E UN MEZZO DI DIVULGAZIONE E SCAMBIO DI IDEE, PRATICHE, ESPERIENZE ECC.....

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Verale assemblea Capo Sperone

   Verbale dell’assemblea 
                                     del Comitato No radar Capo Sperone


Alle 18.30 il moderatore da la parola a Fabio  che espone in sintesi la proposta del comitato Si Nonucle che chiede
 di essere delegato a rappresentare anche i comitati No Radar nelle future iniziative.

Dalla discussione emerge la disponibilità del comitato No Radar ad accogliere qualunque contributo costruttivo
 per la sua battaglia contro tutte le installazioni di radar, dovunque e comunque, ma ribadisce la ferma convinzione
 a procedere con la struttura organizzativa che si è dato sin dalla sua nascita, senza leaders nè partiti politici.

Antonello T. propone per martedì 28 c.m. di organizzare, sentito il parere degli altri comitati, un sit-in a Cagliari,
di fronte alla Regione per sollecitare il previsto incontro dei “sindaci no radar” con Capellacci.
A fine sit-in ci sarà una riunione tra i vari comitati No Radar della Sardegna.
Tutti i partecipanti concordano sia sull’opportunità di aspettare il parere degli altri comitati che della partecipazione
 anche dei “sindaci no radar” come peraltro emerso dalla loro ultima riunione.

Antonello T. informa i presenti della proposta di un giornalista di Videolina che chiede la partecipazione,
in diretta televisiva, dei vari comitati regionali alla trasmissione "Monitor" per il giorno 30 giugno.
Alla trasmissione parteciperebbero, in differita, anche i rappresentanti della Guardia di finanza e di Almaviva.

Interviene Stefano R. che lamenta la scarsa partecipazione dei cittadini antiochensi al presidio e propone
 una maggiore attenzione nell’organizzazione dello stesso (gestione rifiuti e le scarse risorse finanziarie).

L’intervento deciso di Dora fa il punto sull’attuale  pessima gestione della raccolta dei rifiuti che rischia
 di compromettere il proseguo del presidio stesso proponendo una maggior responsabilizzazione dei partecipanti
 e ricordando che il rispetto dell’ambiente deve andare di pari passo con le altre battaglie civili.

Veronica  propone che la raccolta differenziata si faccia nelle proprie abitazioni e sia continua e puntuale
 da parte di tutti; si decidono turni di volontari al controllo, ed all’eventuale raccolta rifiuti.

Veronica si occuperà della gestione risorse finanziarie ed Antonello T. dei comunicati stampa e
richiesta  permessi per le varie iniziative ed attività che saranno attivate.

 Nel suo intervento Matteo ribadisce la scarsezza di risorse umane nella gestione del presidio e
lamenta l’interruzione dell’azione di informazione della popolazione locale proponendo di riprendere
le varie azioni di sensibilizzazione già avviate in precedenza coinvolgendo anche i comuni limitrofi.

La discussione, molto critica, prosegue e si decide di cominciare subito col volantinaggio alla festa
patronale del 24 c.m. a S.G. Suergiu per poi organizzare un’assemblea pubblica, in piazza, a S.Antioco
 per fare il punto della situazione anche con le istituzioni locali che attualmente sono del tutto latitanti o dormienti.

Si propone, quale forma di autofinanziamento, una lotteria, per  tutte le località presidiate, col materiale
prodotto nelle giornate dell’arte, tenutesi a S.Antioco, o quant’altro si riuscirà a produrre;
si occuperanno dell’iniziativa Matteo e Antonello C.

La riunione, molto sentita e partecipata ma certamente produttiva, si conclude alle ore 20.15 ricordando
che la sospensiva SAVI a S.Antioco termina il 30 di giugno e preparandosi a fronteggiare eventuali  sgradevoli
 “incursioni”  si aggiorna a mercoledì prossimo 29 giugno.

martedì 21 giugno 2011

ASSEMBLEA PUBBLICA A BUGGERRU

Dopo le ultime notizie riguardanti il sequestro dei dodici radar a Quirra, perché ritenuti pericolosi per la salute, è indispensabile saperne di più, visto che anche nel nosto territorio ne è prevista l’installazione. 
Pertanto partecipa all’ASSEMBLEA che si terrà A BUGGERRU MERCOLEDI’ 22 GIUGNO ALLE 18,30 ALL’EX CENTRALE Saranno presenti il fisico MASSIMO CORADDU e il segretario provinciale di ITALIA NOSTRA GRAZIANO BULLEGAS, i quali illustreranno a fondo la situazione e porteranno a conoscenza dei rischi, per la salute dei cittadini e del territorio, che l’installazione del radar potrebbe causare. Potrai avere maggiore informazione su ciò che sta avvenendo nel tuo territorio e in tutta la SARDEGNA. 
 NO AL RADAR NE’ IN SARDEGNA NE’ ALTROVE

sabato 18 giugno 2011

Dopo i manganelli la "legge"

In Val di Susa inizia l'inquisizione



Dopo avere preso atto del fatto che in Val di Susa la strategia dei manganelli non ha invero sortito alcun effetto tangibile, che prescindesse dal rafforzamento della protesta, la "banda del buco" sembra ora avere deciso di chiamare a raccolta legulei e magistrati compiacenti, per tentare di smantellare la lotta NO TAV attraverso l'uso dell'inquisizione.
Sono infatti 65 gli avvisi di garanzia, a vario titolo recapitati in questi giorni ad attivisti del movimento NO TAV, ed è di questa mattina perfino la perquisizione nella casa di Alberto Perino, bancario in pensione, da sempre in prima fila nella lotta contro l'alta velocità.
I reati ipotizzati sono in linea di massima istigazione a commettere reati, resistenza aggravata, interruzione di pubblico servizio e violenza privata e riguardano una serie di fatti accaduti nell'inverno 2010 e la sassaiola (quella delle 711 pietre contate dalla questura) dello scorso 24 maggio alla Maddalena di Chiomonte.
Curiosamente le proteste dello scorso anno, oggetto delle accuse, furono provocate (ad arte?) da una serie di sondaggi, assolutamente inutili dal punto di vista tecnico, poiché effettuati sotto i piloni dell'autostrada e dentro le discariche, messi in essere in tutta evidenza al solo scopo di generare una reazione da parte di chi contesta l'opera. Mentre la sortita notturna del 24 maggio fu condotta dalle forze dell'ordine in maniera talmente maldestra da lasciare supporre che fosse unicamente finalizzata ad istigare i manifestanti.....
 
 
Laddove ha falllito il bastone, potrebbe invece sortire l'effetto voluto la scure giudiziaria, deve essere stato il pensiero della consorteria politica del "Minotauro" che riguardo a giudici e processi vanta grande dimestichezza. Pensiero che in tutta evidenza ha dato il la all'operazione "inquisizione" con la quale tentare di smantellare il movimento NO TAV, attraverso la paura della galera, che si muove sfruttando ingranaggi imperscrutabili degni del Processo di Kafka.
 
La prima sensazione è quella che la consorteria del tondino e del cemento abbia fatto male i conti, dal momento che "gonfiare il petto", producendo accuse scarsamente credibili e minacciare le persone a titolo personale, arrivando ad entrare nelle loro case, è un atteggiamento che in Val di Susa non spaventa proprio nessuno. Tanto più chi, da anni è abituato a stare sulle barricate per difendere la terra in cui vive, dal partito del malaffare e conosce i luoghi esatti dove il malaffare alligna.
 
La seconda è quella che la congrega di politici e prenditori interessati alla costruzione dell'opera, in questo momento in grande difficoltà, stia cercando una scorciatoia giudiziaria che le permetta di arrivare alla meta, senza passare dalle forche caudine della contestazione popolare.
 
Anche in questo caso si tratta di un errore di calcolo o di una "pia" illusione, fate voi. Chi vorrà costruire il TAV in Val di Susa dovrà giocoforza confrontarsi con la rabbia popolare, salire a Chiomonte, bastonare i cittadini, militarizzare la Valle per anni e affrontare le conseguenze politiche del proprio gesto. Proprio quelle conseguenze che in questo momento tutti stanno rimpallandosi l'un l'altro, evidentemente terrorizzati dal fatto di ritrovarsi nella stessa palude del 2005.