Visualizzazioni totali

venerdì 10 giugno 2011

Un giorno da leoni…NOTAV! (di Simonetta Zandiri)


Pericolosissimi facinorosi anarco-insurrezionalisti NOTAV armati di
 fucile...ad acqua!
Pericolosissimi facinorosi anarco-insurrezionalisti NOTAV armati di fucile...ad acqua!
Cronaca di una notte di ordinaria resistenza. Anzi, di straordinaria resistenza.
9 giugno 2011, 17:00
Dopo una notte trascorsa al presidio ed una giornata lavorativa impegnativa, nel primo pomeriggio iniziano gli allarmi. Telefonate, SMS, messaggi su Facebook, verifiche incrociate, tutto fa pensare che l’ora X stia arrivando.
Gli indizi sono significativi, circa 200 forestali arrivati da più parti d’Italia, con mezzi anfibi e bindati, due colonne di blindati della polizia sulla Piacenza Torino e sulla Milano Torino in direzione Torino. L’assemblea della Libera Repubblica della Maddalena lancia l’allarme rosso intorno alle 18:30 e l’avviso si diffonde rapidamente su Facebook, Twitter, cellulari.
Dopo qualche telefonata per andare su con altri resistenti eccomi nuovamente con scarponi ai piedi e pronta a partire. Durante il viaggio ancora telefonate e messaggi di ogni genere, “cerchiamo di essere in tanti, attiviamoci, potrebbe essere stanotte”.
Non c’è bisogno di specificare altro, quel “potrebbe essere” è per tutti molto chiaro. Da giorni, infatti, è in atto una criminalizzazione del movimento senza precedenti, dopo il blitz fallito, il ritrovamento di proiettili inviati da fonte anonima a due esponenti del PD, Esposito e Merlo, ha ulteriormente inasprito gli animi già caldi del fronte SI TAV portando a chiedere a gran voce al ministro Maroni la militarizzazione della Valsusa. Sarebbe come se, dopo le notizie che legano alcuni esponenti del PD (e del PDL) alle ndrine in Piemonte, noi definissimo Fassino mafioso o ‘ndranghetoso, senza attendere gli esiti delle indagini della magistratura e di eventuali processi.
Quei proiettili che giovano solo al fronte del Sì sono stati, con grande superficialità,  attribuiti ai “pericolosi sovversivi anarco-insurrezionalisti infiltrati “(a detta dei media) nel movimento NOTAV. Dunque repressione dura, non saranno tollerate violenze (il che fa ben  sperare, ironizzando un po’, se un manganello dovesse sfasciarmi il cranio spero possa essere condannato per questo gesto spropositato!).
Ci vuole quasi un’ora, da casa mia, per raggiungere il presidio, perché non è necessario essere valsusini per essere NOTAV, basta essere onesti!
Percorriamo la statale per osservare eventuali movimenti o posti di blocco, ma l’atmosfera è quasi surreale, poche automobili per strada, quasi nessuno in giro. Fino a quando, dopo l’ultimo tornante, arriviamo al presidio, nella Libera Repubblica della Maddalena. E si apre un mondo.
Un mondo di sorrisi, di saluti amichevoli, di canti, chiacchiere, risate, una comunità  viva e resistente che non molla
L'alba, un caffè ci aiuterà a resistere....
L'alba, un caffè ci aiuterà a resistere....
neanche al 18esimo giorno di presidio permanente.
Una bottiglia di vino NO TAV per scaldarci nella fredda notte e le prime ipotesi, un falso allarme? Arriveranno? Forse alle prime luci dell’alba, è l’ipotesi più credibile. La temperatura scende velocemente, meglio andare un po’ in tenda, per riposare un paio d’ore. La sveglia puntata alle 4:30, conviene alzarsi prima e bere almeno un caffè. Ma dormire è impossibile, perché la tensione è alta…
10 giugno 2011, 4:30
Alle prime luci dell’alba abbiamo già bevuto il caffè e chi deve andare al lavoro raggiunge l’automobile, lasciata sotto, lontano dalle barricate. Zaino in spalle, una camminata per svegliarsi meglio, poi i saluti. Mentre noi scendiamo, qualcuno arriva….  Per noi che restiamo c’è ancora tempo per una sosta al bar, il cappuccino è un vizio imperdibile. La ragazza del bar ci chiede notizie, ricorda Venaus e dice che “questa volta sarà peggio”. E’ quello che temiamo anche noi. Noi che viviamo ogni giorno al presidio come “un giorno da leoni “ perché consapevoli che la situazione è tesa, il clima è decisamente rovente e gli interessi delle lobby sono tali da far temere che questa straordinaria e pacifica resistenza stia davvero creando un grosso problema allo stato italiano. Istituzioni sempre più lontane dai cittadini che, in Valsusa, hanno saputo compattarsi e ricostruire quella democrazia con un’autogestione dalla quale proprio i politici avrebbero molto da imparare, se solo smettessero di tutelare gli interessi di pochi e tornassero a svolgere il ruolo per il quale sono stati eletti.
A metà mattina un elicottero sorvola l'area dove sorgerà (forse) il cantiere a Chiomonte
A metà mattina un elicottero sorvola l'area dove sorgerà (forse) il cantiere a Chiomonte
In mattinata sulla valle splende un sole che fa ben sperare, possiamo rilassarci, parlare con chi ci raggiunge per unirsi a noi nel presidio diurno, guardare insieme la mappa dei sentieri e prepararci all’imminente blitz.  A metà mattina un elicottero sorvola il presidio, colore verde militare, piuttosto grande, vola molto basso con un portellone aperto dal quale non possiamo fare a meno di notare che qualcuno tiene in mano un apparecchio che sembra fotografare o mappare il territorio. 4, 5 giri, poi scompare. Forse era proprio un elicottero della Guardia Forestale, si stanno preparando, studiano il territorio…
Nella cuicina da campo le  splendide e generosissime donne No TAV preparano il pranzo per tutti, un ottimo risotto, insalata e spettacolari frittelle di mele.
Arriva un giornalista. Pare sia dell’Espresso. Mangia con  noi e inizia a chiacchierare. Chi sei, cosa fai, come mai sei qui in pieno giorno? Poi domande più precise: “ma voi siete tutti dell’Askatasuna o altri centri sociali”? Sta cercando i buoni. i brutti e i cattivi. Ma qui ci sono solo i buoni e i belli!Qui siamo tutti NO TAV!” gli spiego, ” Varcato quel confine, quando si entra nella Libera Repubblica della Madddalena si lascia tutto il resto fuori e si entra nel mondo No TAV. Punto”. Il resto, quello che puo’ dividere, è out!
Non coglie il senso…. e insiste. Ci scruta, come un cacciatore in cerca dei segnali che tradiscono la preda, una capigliatura rasta, un tatuaggio, o chissà quale altro segno che ritiene “distintivo”,  fino a quando qualcuno cade nella trappola, allora si appartano e noi
A Chiomonte anche le pietre parlano e dicono NO TAV!
A Chiomonte anche le pietre parlano e dicono NO TAV!
continuiamo ad osservare con la giusta diffidenza perché da sempre, purtroppo, siamo alla ricerca di giornalisti che svolgano questo mestiere con la correttezza e la passione necessarie per dare un’informazione se non proprio “vera”, un po’ meno di parte. O un po’ più dalla nostra parte.
“Dobbiamo resistere, dobbiamo farcela ancora”, dice qualcuno con  un po’ di stanchezza ma grande determinazione, “è troppo importante, perché se perdiamo noi  nessuno potrà più opporsi a nulla, e avranno gioco facile, vinceranno sempre loro”. E’ proprio così, sappiamo bene quanto questo movimento abbia saputo trasmettere in tutta Italia e anche oltre confine. E sappiamo quanto  è importante non solo resistere ma, alla fine, vincere. Non per noi, non per la valle. Ma per il senso ed il valore della nostra democrazia.
E per quella resisteremo, ancora.
Scarponi pronti, cellulare acceso.
Diciannovesimo giorno di resistenza nella Libera Repubblica della Maddalena.

Sans pitié, mon ami. Résistance.
Simonetta Zandiri




Nessun commento:

Posta un commento