Pubblicato il14 giugno 2011 davitobiolchini
Vi sembra normale che la Regione Sardegna, dopo aver ricevuto dallo Stato un’area in cui insistevano delle servitù militari, la restituisca ai militari perché ci costruiscano nuovamente una servitù militare?? Vi sembra normale? A me no. Ma al Presidente della Regione Ugo Cappellacci evidentemente sì.
Basta leggere la delibera 36/22 approvata dalla Giunta lo scorso 4 novembre, con la quale l’esecutivo concede alla Guardia di Finanza una porzione di un immobile a Capo Sperone “al fine di installare una rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera a mare”.
Proprio così, avete capito bene: stiamo parlando di uno di quei radar della Finanza contestati dalle comunità locali. La Regione era a conoscenza del progetto ma si è ben guardata dal chiedere un parere ai comuni di Sant’Antioco, Fluminimaggiore, Tresnuraghes e Sassari, lungo le cui coste le Fiamme Gialle vorrebbero realizzare questi radar.
La Regione non solo sapeva e ha taciuto, ma nel caso di Sant’Antioco pure ha concesso ai militari un’area che lo Stato le aveva ridato dopo averla dismessa dagli usi militari. Incredibile.
“L’Assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica riferisce che il Reparto Tecnico Logistico Amministrativo Sardegna – Ufficio Logistico – Sezione Telematica del Comando della Guardia di Finanza di Cagliari, con nota prot. n. 0166013 del 29 settembre 2010, ha avanzato richiesta all’Amministrazione regionale tesa ad ottenere la disponibilità di una porzione dell’area dell’immobile denominato “ex semaforo”, in Sant’Antioco, località Capo Sperone – Su Monti de su Semaforu, identificato nel nuovo catasto terreni al foglio 37 mapp. 98 e/o il mapp. 39 sub d, di circa 200 mq, al fine di installare una rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera ed a mare”.
“L’Assessore prosegue ricordando che il compendio immobiliare è compreso nell’allegato B del protocollo d’intesa del 7 marzo 2008, tra i “beni non utilizzati per finalità statali da consegnare e trasferire immediatamente alla Regione Autonoma della Sardegna”. Con verbali prot. n. 9065/08, n. 9066/08 e n. 9067/08 del 25.6.2008, gli immobili sono stati consegnati dall’Agenzia del Demanio, nella disponibilità dell’amministrazione regionale, in attuazione del citato protocollo d’intesa del 7.3.2008”.
Poi, il colpo di scena:
“rilevato che l’opera riveste preminente interesse per la sicurezza dello Stato, propone la concessione in comodato di una porzione dell’area dell’immobile denominato “ex semaforo”, in Sant’Antioco, località Capo Sperone”.
E chi ha rilevato che l’opera “riveste preminente interesse per la sicurezza dello Stato”? Chi lo ha deciso?
Però la Giunta Cappellacci si distingue come sempre per l’attenzione all’ambiente:
“Trattandosi di interventi da realizzarsi, in ambito vincolato dal punto di vista paesaggistico, resta inteso che dovranno essere acquisite tutte le autorizzazioni e permessi di legge prescritti per tali aree; nella realizzazione delle infrastrutture dovranno essere adottate tutte le attività ed opere di mitigazione d’impatto paesaggistico e ambientale. L’ente beneficiario dovrà assicurare, inoltre, il ripristino dello stato dei luoghi al termine della concessione”.
Da settimane numerosi cittadini stanno presidiando giorno e notte le aree in cui i militari vorrebbero realizzare i loro radar. E domani, mercoledì 15 giugno ci sarà a Villa Devoto a Cagliari un sit in dei comitati NoRadar e un incontro tra il Presidente della giunta regionale e i sindaci dei comuni interessati. Cosa dirà Cappellacci? Che non ne sapeva niente?
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento:
http://noradarcaposperone.blogspot.com/
Nessun commento:
Posta un commento