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giovedì 22 marzo 2012

Dopo gli Stati Uniti anche in Italia la guerra si fa “green”:

10 milioni di euro alle forze armate dallo sviluppo di energie rinnovabili

“A tre mesi dalla sua nascita, la società “Difesa Servizi Spa” ha portato i primi utili concreti”. È quanto affermato dall’ex Ministro della Difesa La Russa lo scorso novembre nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati ottenuti dalla società “Difesa Servizi Spa” (costituita nel 1999) come strumento di autofinanziamento del Ministero della Difesa. Lo scorso mese di luglio il ministero  aveva concesso a “Difesa Servizi spa” la gestione di 64 siti militari per l’installazione di pannelli fotovoltaici.
“Grazie alle energie rinnovabili”, ha spiegato La Russa, “abbiamo ottenuto un introito di 10 milioni di euro per l’anno 2011”.
Nel corso dell’incontro con la stampa, alla quale hanno partecipato anche il presidente del consiglio d’amministrazione della società e generale di corpo d’armata Armando Novelli, l’amministratore delegato Lino Girometta e il consigliere Antonio Giordano, l’ex ministro ha ricordato anche le altre iniziative intraprese da “Difesa Servizi”.
Lo scorso mese di ottobre sono state infatti siglate due convenzioni riguardanti il settore della meteorologia, mentre è di prossima attivazione la convenzione per la tutela dei marchi delle forze armate, presentati il 5 novembre scorso in una sfilata a Milano.
Ricordiamo che sempre questa azienda, con i marchi di abbigliamento “Esercito Italiano-Marina Militare e Aereonautica Militare” è in continua espansione sul territorio con oltre 200 tra punti vendita e negozi monomarca, con l’obiettivo di diffondere la propaganda militarista e ricavare guadagno per il funzionamento dell’apparato militare dello Stato.
La guerra si diffonde sul territorio e nell’immaginario collettivo. Sabotare il meccanismo bellico in tutte le sue componenti parte anche da qui.

Finmeccanica è sempre più NATO


di Antonio Mazzeo
 Le società produttrici di armi controllate da Finmeccanica si confermano importanti contractor dell’Alleanza Atlantica. Selex Elsag, specializzata nella progettazione e nello sviluppo dei sistemi di comunicazione militare, si è aggiudicata in collaborazione con il colosso statunitense Northrop Grumman, un contratto di circa 50 milioni di euro per l’implementazione e la gestione del programma Computer Incident Response Capability (NCIRC) – Full Operating Capability (FOC) dell’agenzia NC3A della NATO.
“Il programma NCIRC consentirà di monitorare e rispondere rapidamente ed efficacemente alle minacce e ai problemi di vulnerabilità alla cyber security, in linea con gli obiettivi stabiliti dai capi di Stato dei paesi NATO nel novembre 2010 a Lisbona”, spiegano i manager di Finmeccanica. “Il contratto riguarda un servizio completo per garantire la sicurezza delle informazioni a oltre 50 tra comandi e siti in 28 paesi dell’Alleanza”. Alla commessa è prevista la partecipazione di Vega, la società con sede in Gran Bretagna acquistata da Finmeccanica nel 2008, attiva nella consulenza ingegneristica e tecnologica nei settori della difesa e aerospaziali.
“Questo risultato dimostra chiaramente la capacità di Finmeccanica di integrare le migliori competenze del Gruppo per fornire soluzioni avanzate di protezione da attacchi cyber a un’organizzazione internazionale di tale importanza”, ha commentato Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato della holding. Particolarmente soddisfatto per la partnership con Finmeccanica si è dichiarato Mike Papay, vicepresidente di Northrop Grumman Information Systems, società dell’omonimo gruppo leader nella produzione di cacciabombardieri, sistemi missilistici convenzionali e nucleari e dei famigerati velivoli senza pilota “Global Hawk” che le forze armate Usa e NATO stanno dislocando principalmente nella base siciliana di Sigonella.
“Northrop Grumman – ha dichiarato Papay – è lieta di contribuire a questo programma con le proprie risorse ed un’esperienza pluridecennale nella realizzazione e gestione di centri di cyber security management, sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito, al fine di proteggere le reti della NATO da minacce di natura cyber”. Northrop Grumman, insieme a MCAfee Security, ha pure firmato contratti per 189 milioni di dollari con il Dipartimento della difesa e la Defense Information Systems Agency (DISA) per lo sviluppo dell’Host Based Security System (HBSS), un software destinato alla protezione della rete dei terminali militari Usa.
Sempre in ambito NATO, un paio di mesi fa, la filiale britannica di Selex Elsag aveva sottoscritto un contratto dell’ordine di decine di milioni di euro per gestire l’ammodernamento dei centri di telecomunicazioni satellitari e delle infrastrutture collegate. Il contratto, in particolare, prevede l’installazione di un centro per le comunicazioni via satellite in Belgio, l’ammodernamento delle stazioni di terra ad antenna multipla di Kester (Belgio) e Lughezzano (Verona) e dei siti ad antenna singola di Oglaganasi (Turchia) e Atalanti (Grecia). I tecnici dell’azienda italiana sono pure chiamati alla formazione e all’addestramento del personale militare dell’Alleanza presso la NATO Communications & Information Systems School di Borgo Piave, Latina.
Nel maggio 2011, a Selex era andato un altro importante contratto dellaNACMA – NATO Air Command and Control System Management Agency, del valore di circa 30 milioni di euro, per la fornitura e l’installazione di sistemi di comunicazione in diversi siti terrestri, nell’ambito della cosiddetta “Rete Link 16” che consentirà lo scambio dati con i vettori aerei a 29.000 piedi di altitudine nello spazio aereo europeo, migliorando il sistema di “difesa missilistica” della NATO. I terminali saranno consegnati a partire di quest’anno a quattordici paesi (Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Turchia e Ungheria).
Con NACMA, Selex Sistemi Integrati (altra controllata Finmeccanica), aveva siglato nel 2011 un contratto del valore di 10 milioni di euro per lo sviluppo del programma interalleato Air Command and Control System (ACCS). L’azienda curerà la progettazione e la realizzazione entro il 2015 di due siti ACCS (uno in Ungheria e l’altro in Norvegia) per la gestione delle operazioni aeree. Le attività prevedono l’installazione di 173 posti operatore e l’integrazione con i sistemi nazionali e gli altri centri ACCS NATO. Nel febbraio 2010, ancora l’agenzia NACMA della NATO aveva affidato a Selex Sistemi Integrati i lavori d’“integrazione di 230 sensori per tutti gli undici siti di replica ACCS” (valore 14,5 milioni di euro).
Sempre nel 2010, Selex Sistemi Integrati ha ottenuto un contratto del valore di circa 5 milioni di euro dalla NATO Consultation, Command and Control Agency (NC3A) per fornire alle forze armate polacche tre sistemi radar secondari del tipo IFF (Identification Friend or Foe). La società italiana dovrà garantire anche il supporto logistico e l’addestramento degli operatori.
“Con questo nuovo contratto, Selex Sistemi Integrati conferma la sua posizione di fornitore di riferimento nel mercato dei sistemi radar per la difesa aerea in Europa ed in particolare per la NATO”, hanno dichiarato i responsabili di Finmeccanica. “Il sistema radar IFF incrementa la capacità di trasmissione dei dati tra aeromobili e centri di controllo a terra, migliorando le tecniche di riconoscimento ed aumentando la sicurezza del sistema e la protezione delle informazioni”. I nuovi radar saranno integrati con i tre sistemi per la difesa aerea RAT 31DL che la stessa Selex Sistemi ha recentemente installato in Polonia.

venerdì 16 marzo 2012

Missili, satelliti e aerei d’Israele per le forze armate italiane



Può essere equipaggiato con tre differenti tipologie di testata bellica a seconda dell’uso: anticarro, antifanteria e per la distruzione di bunker. Lo “Spike” è l’ultimo gioiello di morte prodotto da Rafael, una delle più importanti industrie militari israeliane. Si tratta di un missile aria-terra a corto raggio destinato agli elicotteri d’attacco. La prima versione, denominata “Er”, è capace di colpire bersagli fino a una distanza di 8 chilometri. Gli israeliani però hanno in produzione un modello con una gittata superiore ai 25 chilometri, lo “Spike Nlos”, dotato di un sensore elettro-ottico e infrarossi e di un apparato di ricerca laser.

Secondo la World Aeronautical Press Agency i nuovi missili made in Israele saranno utilizzati dagli Eurocopter Tiger e Puma e dagli AW-129 Mangusta prodotti da AgustaWestland (gruppo Finmeccanica). I Mangusta sono quelli dei raid dell’esercito italiano nei principali teatri di guerra (prima in Iraq, adesso in Afghanistan). Gli elicotteri, in numero di 60, sono in dotazione al 5° reggimento AVES “Rigel” di Casarsa della Delizia (Pn) e del 7° “Vega” di Rimini, inquadrati nella Brigata Aeromobile “Friuli”. I Mangusta vantano già una terribile potenza di fuoco: mitragliatrici FN da 12,5 mm, cannoni da 200 mm a canne rotanti e missili AGM-114 “Hellefire”, BGM-71 “Tow” anti-carro, FIM-92 Stinger” ed MBDA “Mistral” antiaerei. Con gli “Spike” si amplierà il ventaglio operativo degli elicotteri d’assalto mentre ne uscirà ulteriormente rafforzato l’interscambio bellico Roma-Tel Aviv e la partnership strategica tra le rispettive forze armate.

Dopo le recenti esercitazioni in Sardegna e nel deserto del Negev in compagnia dei cacciabombardieri d’Israele, l’Aeronautica militare italiana ha deciso d’installare a bordo degli elicotteri EH101 e degli aerei da trasporto C27J Spartan e C130 Hercules un nuovo sistema di contromisure a raggi infrarossi, denominato “Dircm - Directional infrared countermeasures”. Il sistema sarà sviluppato e prodotto dalla società Elettronica Spa di Roma assieme all’israeliana Elbit e comporterà una spesa di 25,4 milioni di euro. “Le prime consegne sono previste per la fine del 2013”, spiegano al ministero della difesa. “Con il Dircm, l’Aeronautica italiana sarà la prima forza armata europea a dotarsi di un sistema con tecnologia non americana per la difesa dai Manpads (Man-portable air-defense systems), missili che possono essere lanciati con sistemi a spalla e che rappresentano oggi una delle minacce più pericolose in fase di decollo ed atterraggio”.

Il contratto con Elettronica-Elbit ha preceduto di qualche mese l’ordine del governo israeliano di 30 caccia-addestratori “avanzati” M-346 Master di Alenia Aermacchi (altra azienda Finmeccanica). I velivoli sostituiranno entro il 2015 i vecchi A-4 Skyhawk utilizzati dalle Tigri volanti del 102° squadrone dell’aeronautica israeliana per formare i nuovi piloti dei cacciabombardieri e come mezzo di supporto alla guerra elettronica. L’M-346 potrà essere utilizzato pure per attacchi al suolo con bombe e missili aria-terra o antinave e comporterà un giro d’affari di circa un miliardo di dollari. La manutenzione dei velivoli, per una durata di venti anni, sarà invece affidata alla joint venture TOR costituita dall’industria aerospaziale israeliana IAI e da Elbit Systems.

Secondo quanto trapelato sui media statunitensi, per l’acquisizione dei caccia-addestratori italiani, Washington potrebbe offrire ad Israele una somma pari al 25% del valore della commessa nell’ambito degli aiuti militari previsti dal fondo US foreign military financing (FMF). Il Pentagono avrebbe confermato che l’Agenzia statunitense per la cooperazione alla difesa e alla sicurezza avrebbe avviato colloqui ufficiali con il ministero della difesa israeliano per concordare che alcune componenti degli M-346 Master prodotte negli USA (come ad esempio i motori turbo F124 di Honeywell e altri sistemi avionici) siano acquisite con i fondi FMF. Un “aiuto”, dunque, condizionato a favorire il complesso militare industriale statunitense.

Non altrettanto vantaggioso per l’Italia il contratto firmato tra il governo israeliano ed Alenia Aermacchi. Esso prevede infatti come contropartita che il nostro paese acquisti materiali bellici in Israele per un valore non inferiore al miliardo di dollari, in particolare sistemi satellitari spia e aerei radar. Per ilmemorandum of agreement che sarà firmato entro la fine del mese tra il premier Monti e le autorità israeliane, in cambio degli M-346, l’Italia si doterà innanzitutto di due satelliti elettro-ottici di seconda generazione “Ofeq” il cui costo è stimato in 200 milioni di dollari. dovrebbero essere lanciati entro il 2014. Gli Ofeq, prodotti dalle Israel Aerospace Industries (IAI) ed Elbit, “verranno lanciati entro il 2014, saranno al 100% italiani e verranno gestiti da una stazione terrestre italiana”, scrivono in Israele.
Alle forze armate italiane giungeranno poi due velivoli di pronto allarme (Early warning and control - AEW&C) Gulfstream 550 con relativi centri di comando e controllo, prodotti dalle aziende IAI ed Elta Systems. Il costo complessivo dei due velivoli è stimato in 760 milioni di dollari, più del doppio di quanto era stato previsto nel 2009 dall’allora ministro della difesa Ignazio La Russa per la messa a punto del sistema “multi-sensore e multi-missione” JAMMS (Joint airborne multisensor multimission system), incentrato sui Gulfstream 550. “Il costo stimato del programma ammonta a280 milioni di euro a valere sul bilancio ordinario della difesa e avrà durata di sette anni”, aveva spiegato La Russa ai parlamentari della Commissione difesa alla vigilia del voto (unanime) a favore del JAMMS. “Esso supporterà le operazioni delle forze nazionali e alleate impegnate in operazioni militari in Patria e fuori dai confini nazionali nelcontrollo e nella sorveglianza dello spazio aereo”. Dei 760 milioni previsti, quasi 500 andranno all’acquisto dei due velivoli AEW&C e i restanti 260 per finanziarne i costi logistici e la manutenzione per un periodo di 15 anni dalla loro consegna, fissata tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015.

No Tav - Cronologia della resistenza diffusa [dal 26/1 al 14/3 2012]


riceviamo e diffondiamo:

Giovedì 26 gennaio
Innumerevoli attestati di solidarietà nei confronti degli arrestati in tutta Italia. Presidi, cortei spontanei, momenti di saluto pirotecnico sotto le mura delle carceri si svolgono a Torino, Milano, Padova, Bologna, Trento, Asti, Cagliari. A Roma alcuni studenti salgono sui tetti di Trenitalia in segno di protesta.

Venerdì 27 gennaio
Torino: tre sacchi di escrementi lanciati contro la redazione del quotidiano “CronacaQui”, che ha pubblicato foto utilizzate dagli inquirenti per l’identificazioni di alcuni degli arrestati.
Milano: in alcuni quartieri compaiono numerose scritte No Tav e di solidarietà.

Sabato 28 gennaio
Torino: l’iniziativa già da tempo prevista per portare le macerie della Valle presso la sede della Regione, si trasforma in una manifestazione contro gli arresti cui partecipano, sotto la neve, migliaia di persone. Imbrattata di vernice la sede de “La Stampa”, numerose scritte lasciate lungo il percorso.
Cagliari: blocco di mezz’ora dei binari della stazione e corteo spontaneo nella città.

Domenica 29 gennaio
Rouen (Francia): scritte No Tav sui muri del Centro culturale italiano.

Lunedì 30 gennaio
Milano: nel quartiere Bovisa imbrattata una sede del PD, deciso sostenitore del Tav in Val di Susa. Lasciate scritte No Tav.

Martedì 31 gennaio
Lugano (Svizzera): cori, striscioni e volantini interrompono una conferenza del procuratore Caselli, invitato a parlare del tema “Politica e giustizia. Quale rapporto?”. La scorta dei magistrati e la polizia cantonale allontanano i contestatori a calci, pugni e spray urticante.
Crema: una scritta No Tav sul muro, e fiamme alle porte d’ingresso presso una sede PD.

Mercoledì 1 febbraio
Torino: occupata per mezz’ora la sala vip della stazione di Porta Nuova.

Giovedì 2 febbraio
Milano: scritte e striscioni compaiono nel quartiere Lambrate.

Venerdì 3 febbraio
Milano: presidio musicale sotto il carcere di S. Vittore.

Sabato 4 febbraio
Milano: in piazza Duomo composte diverse scritte di solidarietà con cartelli alfabetici.
 
Domenica 5 febbraio
Latina: vergate scritte di solidarietà nei muri della città e di altre località dell’Agro Pontino.

Martedì 7 febbraio
Milano: in piazza Velasca volantinaggio solidale presso la sede della C.M.C, ditta vincitrice dell’appalto per il Tav in Val di Susa, ma anche per Expo 2015 e altre devastazioni infrastrutturali.

Giovedì 9 febbraio
Torino: per timore di contestazioni, viene annullata la presentazione pubblica di un libro in cui era prevista la presenza del Procuratore Capo Caselli. Un corteo spontaneo di un centinaio di persone attraversa le vie della città.
Genova: manifestazione e presidio.

Sabato 11 febbraio
Genova: corteo e presidio sotto il carcere di Marassi. Alcuni giornali parlano di un principio di incendio doloso ai danni di un’auto di un agente della Penitanziaria. Poche ore prima numerose scritte di solidarietà e contro Caselli appaiono in centro e nei quartieri di San Fruttuoso e Sampierdarena.
Torino: attacco telematico di Anonymous contro il sito web del carcere delle Vallette, reso inagibile per svariate ore.
Milano: murales nel quartiere San Siro recita “Da San Siro alla Val di Susa i territori sono di chi li vive”.
Trento: presidio solidale sotto il carcere.

Domenica 12 febbraio
Roma: un gruppo di solidali interrompe lo spettacolo di Ascanio Celestini “Pro Patria”.
Manifestazioni e presidi presso le carceri di Torino, Alba, Alessandria, Cuneo, Ivrea, Saluzzo, dove sono stati trasferiti alcuni degli arrestati.

Lunedì 13 febbraio
Milano: alla stazione Milano-Certosa un gruppo di solidali No Tav blocca per una trentina di minuti un Frecciarossa diretto a Torino. Lo striscione steso sui binari recita: “Come la neve blocchiamo tutto”. Nel quartiere Ticinese, nel frattempo, sono spuntati tre murales giganti di solidarietà con gli arrestati.
Val Polcerva (Genova): un murales di 40 metri con la scritta “No Tav Liberi Tutti – No Gronda – vie le truppe dalla Val Susa” viene vergato in una zona interessata dal progetto del Terzo Valico.

Martedì 14 febbraio
Milano: blitz di un gruppo di studenti presso la sede centrale di Banca Intesa-San Paolo, uno dei principali finanziatori del progetto Tav, che viene chiusa dal personale. Lasciate scritte e volantini incollati. 
Torino: danneggiata vetrata degli uffici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Mercoledì 15 febbraio
Roma: presidio No Tav alla stazione Tiburtina.

Giovedì 16 febbraio
Milano: presidio presso la sede della C.M.C.
Bologna: in stazione centrale una ventina di solidali occupa per circa mezz’ora la sala Club Eurostar.
Parma: presidio davanti alla stazione.
Venezia: occupato e smontato un ufficio del Frecciarossa.

Venerdì 17 febbraio
Ravenna: critical mass e presidio presso la sede della C.M.C.

Sabato 18 febbraio
Milano: corteo di 3000 persone fino a San Vittore.
Genova: insulti, scritte sui muri e bombe carta nei vicoli del centro storico di Genova per l’arrivo di Giancarlo Caselli.

Domenica 26 febbraio
Val Susa: ad Avigliana un centinaio di No Tav  hanno tenuto aperti i caselli  per circa mezz’ora per permettere agli automobilisti di passare gratis.

Lunedì  27 febbraio
Trento: Juan, arrestato il 26 gennaio e detenuto nel carcere di Spini di Gardolo a Trento , si è  rifiutato di rientrare in cella dopo l’ora d’aria. È stato riportato in cella di peso.
Parma:  200 persone si sono trovate davanti alla Prefettura e dopo circa quaranta minuti di presidio hanno bloccato il traffico. Poi è partito un corteo spontaneo che ha bloccato il traffico in varie vie della città.
Firenze: un corteo spontaneo di circa 200 persone, partito dalla Prefettura, è arrivato alla stazione di Santa Maria Novella e, non riuscendo ad entrare, ha bloccato i binari del tramvia.
Pisa: circa cento persone hanno presidiato dalle 18 il Comune, per poi sfilare per le vie del centro cittadino fino a raggiungere la stazione. Lì hanno occupato almeno 2 binari per una quarantina di minuti.
Milano: corteo non autorizzato a San Babila culminato con il blitz che ha puntato sulla sede di “Libero”, a Porta Venezia. Esplosi petardi e fumogeni e imbrattato il portone con insulti.
Roma: alle 17 un presidio a piazzale Tiburtino si è evoluto in un corteo selvaggio, continuamente rincorso dai celerini, fino alla stazione Termini dove sono stati occupati per circa venti minuti i binari dall’1 all’11. Alcuni treni, tra cui un Frecciarossa, sono stati danneggiati. Una volta che i manifestanti entrati dentro Termini si sono ricongiunti con quelli tagliati fuori, hanno ricominciato a bloccare le strade in un corteo selvaggio dalla Tiburtina a Scalo San Lorenzo fino a Porta Maggiore e all’imbocco della Tangenziale Est, paralizzando il traffico della zona.

Martedì 28 febbraio
Roma: attaccata una sede del “Messaggero” con vernice e scritta No Tav.
Lecce: una ventina di manifestanti  ha occupato un binario bloccando un treno Frecciargento per Roma, partito con 50 minuti di ritardo. I manifestanti hanno poi liberato il binario per procedere in corteo.
Ferrara: nella notte tra il 27 e il 28 febbraio ignoti hanno dato fuoco al portone della sede locale di Unindustria. Tracciata sul muro la scritta “No Tav”.

Mercoledì 29 febbraio
Genova: in mattinata a Ponte Etiopia i lavoratori portuali hanno effettuato un blocco di un paio d’ore. Intorno alle 19, una trentina di persone ha bloccato per circa un’ora  la partenza di un Frecciabianca diretto a Roma. Prima di andare via sono state tracciate varie scritte, tra cui: “Forza Luca”, “Stato assassino”, “No Tav”. Le scritte erano ancora visibili il giorno dopo.
Barcellona: presidio davanti al Consolato italiano.
Lima: nella notte lasciato uno striscione che diceva “SOLIDARIDAD CON LOS PUEBLOS QUE LUCHAN POR LA TIERRA ¡NO TAV!” e sfregiato un affresco baroccheggiante sulla facciata con una scritta.

1 marzo
VAL SUSA. In serata è stato bloccato il tratto dell’autostrada Torino-Bardonecchia tra Bussoleno e Susa da qualche centinaio di manifestanti che hanno invaso la carreggiata verso l’alta Valsusa. Anche la vicina statale 24 è stata bloccata. Altri No Tav bloccano l’autostrada A32 all’altezza di Venaus in entrambi i sensi di marcia. Anche a Perosa Argentina, in Val Chisone, per alcune ore c’è stato il blocco dell’arteria di riserva usata dalle forze dell’ordine per giungere in Valle di Susa quando le statali 24 e 25 e l’autostrada A32 sono bloccate.
NAPOLI. I manifestanti, in tre diversi momenti, sono entrati in stazione, dirigendosi verso il binario 14. Il traffico ferroviario, già ridotto, viene bloccato a scopo precauzionale. I manifestanti hanno poi continuato in corteo spontaneo.
BERGAMO. Bloccata la circonvallazione. Poi il blocco si trasforma in una manifestazione che arriva fino a Porta Nuova, dove si incontra con il corteo partito da piazza Vittorio Veneto.
ANCONA. Neppure il tempo di cominciare il presidio di fronte alla stazione ferroviaria che la polizia carica a freddo i manifestanti  No Tav, i quali comunque riescono a bloccare il traffico lungo la statale ad Ancona e di conseguenza il traffico cittadino in direzione nord.
TRENTO. Corteo in centro con blocco del traffico. Alllestito un presidio permanente nella piazza centrale della città.
BOLOGNA. Una trentina di manifestanti hanno occupato il punto informativo della Rete Ferroviaria Italiana. Alcuni sono entrati nella struttura prefabbricata (che da anni fornisce informazioni ai residenti sullo stato di avanzamento dei lavori) e sul tetto. Un corteo è partito da Piazza Maggiore e sono state occupate la tangenziale e l’autostrada A14 sulla carreggiata Sud per oltre due ore.
PARMA. Presidio davanti alla stazione ferroviaria con striscioni, megafono e volantini. Polizia e carabinieri in assetto antisommossa hanno impedito ai manifestanti di entrare, schierandosi all’ingresso della stazione. Un corteo spontaneo ha poi bloccato il traffico di fronte alla stazione.
TORINO. Bloccato lo svincolo di Corso Francia della tangenziale, nel Comune di Rivoli. L’iniziativa si ripete per il terzo giorno consecutivo. A Torino circa 300 persone si sono radunate in via Verdi davanti alla sede della Rai torinese per poi far partire un corteo che ha attraversato il centro del capoluogo piemontese. Un bel gruppo, intonando cori contro Tav e polizia, ha raggiunto la stazione di Porta Nuova e, dopo una corsa lungo le banchine, è riuscito a piazzarsi sui binari bloccando la partenza di un treno che si era già messo in moto. Il corteo ha continuato a muoversi in città per più di 5 ore.
ALESSANDRIA. Alle 18 almeno una cinquantina di manifestanti si sono riuniti in un presidio sulla ex statale 10, all’altezza dell’ingresso di Alessandria, bloccando il traffico sia in entrata che in uscita dalla città per circa un’ora. Il corteo si è poi spostato verso il centro cittadino.
GENOVA. Circa 150 persone hanno bloccato la circolazione in via Roma, di fronte alla Prefettura, da cui è partito un corteo arrivato alla stazione di Brignole che è stata chiusa per circa un’ora dopo che un gruppo di manifestanti è riuscito a occupare un binario.
BRESCIA. Il corteo bresciano, dopo aver occupato per più di un’ora l’autostrada A4 in entrata e uscita al casello di Rovato, si dirige verso l’hinterland bloccando le arterie principali del traffico.
EMPOLI. Bloccato il traffico nei pressi della stazione ferroviaria.
Presidi e cortei a Bari, Brindisi, Campobasso, Casematte (L’Aquila), Cassino, Ferrara, La Spezia, Lucca, Mantova,  Messina, Modena, Novara, Orbassano (TO), Padova, Perugia, Pistoia, Pordenone, Potenza, Reggio Calabria, Savona, Salerno, Saronno, Sesto Calende (VA), Taranto.
VIAREGGIO. Nel tardo pomeriggio bloccato il cavalcavia di Torre Matilde. Il presidio è stato sgomberato dopo pochi minuti. Il traffico, però, data anche l’ora di punta, è andato letteralmente in tilt.
MILANO. Un corteo di circa 1000 persone ha occupato la stazione centrale, accerchiato da decine di poliziotti. I manifestanti – dopo circa un’ora di presidio – sono partiti in un corteo verso la parte nord della città.
TRIESTE. Bloccato per alcune ore il traffico nel centro della città. Dopo aver manifestato in piazza Unità d’Italia, i No Tav hanno sfilato in un breve corteo non autorizzato bloccando di tanto in tanto una strada o una piazza, creando così grande disagio alla circolazione stradale.
CREMONA. Bloccati alcuni binari in stazione per circa due ore.
SAVONA. Circa una trentina di persone hanno sfilato nelle vie principali del centro storico. La protesta, seppur breve, ha comunque creato problemi al traffico cittadino.
PALERMO. Bloccato l’ingresso dell’autostrada Palermo-Catania per circa due ore e mezza.
CAGLIARI. Dopo un corteo spontaneo, presidio davanti alla sede Rai della Sardegna.
ROMA. Occupata per circa un’ora la sede nazionale del PD. Il corteo improvvisato dai No Tav in via Prenestina ha paralizzato il traffico nella zona est della Capitale.
FIRENZE. In 200 hanno fermato la viabilità non lontano dalla stazione ferroviaria di Campo di Marte nei pressi della zona occupata dal cantiere Tav.
Telefonate di minacce e insulti alla sede di Ltf , la ditta incaricata dei lavori al cantiere della Torino-Lione. «Assassini, avete le mani sporche di sangue».
COSENZA. Un gruppo di manifestanti No Tav ha occupato i binari della stazione ferroviaria di Paola bloccando la circolazione dei treni.
ASTI. Nel pomeriggio, all’imbocco dell’autostrada, un presidio con volantinaggio rallenta le auto in ingresso.
Con un blitz elettronico il collettivo di hacker-attivisti denominato Anonymous ha bloccato il sito del “Corriere della Sera” e vari siti della regione Piemonte e della provincia di Torino.
Con un blitz elettronico il collettivo di hacker-attivisti denominato Anonymous ha bloccato il sito del “Corriere della Sera” e vari siti della regione Piemonte e della provincia di Torino.
Lione: durante una manifestazione di solidarietà un gruppo di persone è salito sui binari ed ha lanciato alcuni sacchi di sabbia sui cavi aerei che alimentano i treni, bloccandoli per un’ora e mezza.

Venerdì 2 marzo
Milano: una quarantina di studenti hanno occupato, per qualche ora,il liceo artistico Brera. I ragazzi si sono chiusi all’interno della scuola e per un po’ hanno impedito l’accesso a tuttI.
Chambery: bruciati i cavi elettrici alla fine della notte fra venerdì e sabato in tre comuni (La Ravoire, Saint-Pierre-d’Albigny et Chamousset). Sabotati oltre cento treni locali.

Sabato 3 marzo
All’estero presidi a: Londra (sotto il consolato italiano), Parigi, Dublino, Ginevra (davanti alla sede Onu), Budapest (presidio musicale vicino all’ambasciata), San Sebastian (Paesi Baschi), Lione (al consolato), Kiev (davanti alla stazione ferroviaria).
In Italia presidi a: Avellino, Udine, Trieste, Asti, Catania.
Perugia: interrotto il transito dei treni per mezz’ora.
Roma: circa 50 persone, studenti e precari, hanno occupato la sede centrale del quotidiano “La Repubblica” in via Cristoforo Colombo. Corteo di circa 5000 persone. Quando la manifestazione stava arrivando al termine, come concordato con la Questura, migliaia di persone hanno invertito la rotta e invaso la tangenziale, occupando uno svincolo che porta alla A24.
Val Susa: quasi mille persone si sono raccolte per poi suddividersi in due gruppi. Il primo, in corteo, si è diretto a piedi verso la vicina Chianocco, dove ha occupato l’autostrada innalzando barricate in un presidio festoso, colorato e caloroso. I componenti del secondo gruppo, sulle loro auto, hanno raggiunto il casello di Avigliana, dove hanno alzato le barriere delle corsie verso Torino per permettere il passaggio gratuito agli automobilisti. “Oggi pagano Monti e la Sitaf” è stato lo slogan della giornata.
Parigi: un  piccolo gruppo è partito in corteo bloccando il traffico a Sébastopol e a Rue de Rivoli fino a raggiungere Place du Chatelet, dove si teneva una manifestazione per il popolo siriano.

Domenica 4 marzo

Palermo: una cinquantina di persone ha fatto irruzione nella sede regionale del Pd imbrattando le pareti della scala con vernice spray e tentando di entrare negli uffici, ma senza riuscirci.
Nel pomeriggio sit-in di protesta davanti alla libreria Feltrinelli dove era atteso il procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, per presentare il suo ultimo libro “Assalto alla giustizia”. Il traffico è  andato in tilt.

Domenica 5 marzo
Parigi: occupazione sede RAI.

GIovedì 9 marzo
Bologna: un gruppo di solidali ha fatto irruzione nel teatro Arena del Sole, interrompendo lo spettacolo di Ascanio Celestini e srotolando dal palco uno striscione che recitava “Giù le mani dalla Val Susa – Forza Luca!” .

Venerdì 10 marzo
Milano: corteo studentesco. Bloccati 2 Frecciarossa.
Torino: corteo studentesco No  Tav, che devia il percorso ed entra in stazione per bloccare un Frecciarossa. Nel pomeriggio un altro gruppo di solidali blocca un Frecciarossa diretto a Roma.
Roma: un Frecciarossa riceve la visita di alcuni No Tav che lasciano al loro passaggio alcune fialette puzzolenti.

Sabato 11 marzo
Saint-Martin-d’Hères (Francia): dato alle fiamme un camion di una ditta che ha lavorato ad un cantiere del TAV. Lasciata la scritta “collabora col TAV”.
Rovereto: bloccato Frecciargento. Scritte sulla fiancata del treno.

Mercoledì 14 marzo
Roma: un gruppo di solidali ha fatto irruzione all’interno della sede romana della CMC e ne ha occupato i locali, mentre alcuni manifestanti esponevano davanti all’ingresso uno striscione che recitava “Fermiamo il non-cantiere. Siamo tutti Valsusini”.

lunedì 5 marzo 2012

SOSTENIAMO LUCA ABBA'

Da più di 12 anni in una frazione del comune di Exilles, Luca Abbà, 37 anni, contadino e No TAV, unisce le sue convinzioni con l'attività che lo sostenta: la difesa e la cura della terra, inseparabili, lo portano sia in prima fila contro il devastante treno ad alta velocità, sia a coltivare i terreni che gli ha lasciato suo nonno.
Un agricoltura molto particolare: non si capisce se entra più gasolio nel trattorino o esce più sudore dalla fronte, primavera ed estate di fatica, tanti giorni dal mattino presto fino alla sera, che gli amici ancora non hanno capito dove prenda tanta forza! Poi arriva l'autunno, insieme alle castagne, che cadono dai castagni che ha ereditato, iniziano i mercati; fortunato è chi può beneficiare dei frutti del lavoro di Luca, una clientela davvero affezionata: alle patate che solo la dura terra della montagna rende così buone, alle zucche che raccolgono consensi entusiasti, alle caldarroste.
Lunedì 27 febbraio 2012, il suo coraggio lo porta di nuovo in prima fila, a mettere una bandiera con il treno crociato sopra un traliccio dell'alta tensione, a pochi metri dalla baita eretta dal movimento No TAV in val Clarea, ma purtroppo a molti metri d'altezza, troppo vicino ai cavi della corrente, incalzato da un "agente rocciatore"; non si chiamano i vigili del fuoco, non si isola la linea elettrica (come è stato fatto la sera di domenica 4 marzo 2012 con l'altro attivista Turi Vaccaro salito sullo stesso traliccio), così che la tragedia ha il suo corso, mentre le ruspe lavorano per devastare la natura circostante, ma gli adeguati soccorsi tardano lunghissime decine di minuti.
Da una settimana siamo in attesa del miracolo, da chi fin da subito ha dimostrato la tempra di resistere a numerose emorragie, molte fratture, alcuni organi compromessi e parecchie ustioni. Chiaramente sarà impossibile che Luca quest'anno, riesca a mandare avanti l'"Orto del Sole", da cui trae i mezzi per sostenersi, per cui lanciamo la campagna: SOSTENIAMO LUCA dando la possibilità ai sensibili e solidali di offrirgli un aiuto economico...
Per chi vuole contribuire all’iniziativa può utilizzare i seguenti metodi:
-versamento tramite bollettino postale sul CONTO CORRENTE POSTALE n. 59258160 intestato a Luca Abbà
-bonifico (o posta giro) sul CONTO BANCOPOSTA con IBAN  IT 35 P 07601 01000 000059258160intestato a Luca Abbà.
Per entrambe le modalità la causale è SOSTENIAMO LUCA ABBA’.
Si ringraziano anticipatamente tutti coloro che vorranno partecipare all’iniziativa anche solo con un piccolo contributo.

No Tav - Nuovo blocco pedaggi su A32 [3-1-2012]


da notav.info

Oggi sabato 3 marzo la val di Susa ha dato la prima risposta al governo Monti che con una vuota e terrificante conferenza stampa ha dichiarato di voler continuare con determinazione nel progetto tav Torino Lione. Da lunedì 27 il movimento no tav ha iniziato una mobilitazione permanente in seguito alla grave tragedia che ha colpito Luca e con lui tutta la valle. Altri terreni sono stati occupati militarmente e altre truppe occupano Chiomonte. Una prova di forza chiara alla quale il movimento non si è sottratto e con intelligenza ha deciso di rispondere. Da lunedì a giovedì i no tav hanno occupato l’autostrada A32 Torino Bardonecchia che viene usata dai mezzi delle forze di polizia per raggiungere Chiomonte. Sono seguite cariche scontri e feriti. Oggi il movimento ha deciso di ritornare su questa arteria gestita dalla società Sitaf, anch’essa complice dell’affare tav Torino Lione. Un ritorno particolare, tutto no tav e opposto alle giornate passate, oggi in val di Susa si passa gratis. Visto il numeroso flusso turistico verso l’alta val di Susa il movimento ha deciso di liberare i caselli attraverso i quali viene pagato il pedaggio alla sitaf. Oggi per passare in val di Susa non si paga, paga Monti, lui in persona si è presentato ai caselli con un grande mascherone a dare il via libera alle auto. In contemporanea a questa iniziativa svoltasi presso il casello di Avigliana da Bussoleno si è mosso un corteo di migliaia di persone verso lo svincolo autostradale di Chianocco della medesima arteria autostradale presso il quale si era svolti i gravi fatti di mercoledì 29. Qui da due giorni gli svincoli erano ostruiti dai famosi new jersey, barriere di cemento che impedivano l’accesso alle auto. Anche qui il corteo ha liberato il transito alle auto. Tutti in coro ancora “OGGI PAGA MONTI !”. Un corteo senza paura che è tornato sui luoghi in cui il movimento aveva subito le dure cariche di mercoledì notte che ribadisce come i tempi, i modi e i luoghi della protesta in val di Susa non li detta il governo ma i valsusini. Tutti soddisfatti dell’ottima giornata, tutti pronti a tornare domani, domenica 4 marzo in val Clarea.

giovedì 1 marzo 2012

No Tav - Secondo tentativo di sgombero A32 [APPELLO URGENTE PER GIOVEDI' 1-3-2012]

Mentre arrivavano notizie di iniziative solidali da Bercellona a Kiev, le forze di occupazione si riprendevano l'autostrada A32 dopo una giornata di resistenza del movimento No Tav.

IN NOTTATA, L'ASSEMBLEA TENUTASI A BUSSOLENO DOPO LO SGOMBERO, LANCIA UN APPELLO AL CONCENTRAMENTO IN VALLE E ALL'AZIONE DIFFUSA. E' FONDAMENTALE UNA RISPOSTA SINCRONIZZATA A LIVELLO NAZIONALE E ATTUATA CON OGNI GENERE DI PRATICA SOLIDALE. 

ALLE ORE 18 DEL 1° MARZO 2012 TUTTI IN VALLE O TUTTI PER LA VALLE!!! 

Con il passare del tempo si comprende che i fermati sono una ventina e diversi i feriti. La sbirraglia ha fatto anche "ingresso" in un locale, sfondando coi manganelli le vetrate davanti alla proprietaria per catturare alcuni manifestanti sfuggiti alle cariche [video]. Una strenua lotta corpo a corpo tra sbirri e autovetture percheggiate, lascia sul campo diversi veicoli con vetri rotti e gomme tagliate.

Ore 21.20 cariche sulle rampe dell'autostrada e lacrimogeni ad altezza uomo. Due feriti uno alla gamba e uno ad un occhio. Le cariche si estendono nel paese. I feriti potrebbero essere di più. Possibili fermi.

Ore 19:09 rilasciati poco a poco i No Tav  trattenuti ed identificati dalle forze dell’ordine

Ore 18:42 buone notizie dal Cto di Torino, sospesa la dialisi a Luca che risponde bene alle cure. Forza Luca!

Ore 18:28 la polizia aggredisce No Tav seduti sulla carreggiata: diretta radio

Ore 18:25 ancora idranti sui No Tav

Ore 17:51 No Tav ancora seduti sull’autostrada e circondati dalla polizia cantano “Luca, Luca” e “la Val Susa paura non ne ha”.

Ore 17:21 ruspe iniziano a pulire le barricate. Ci sono ancora persone che resistono sull’autostrada.

Ore 17:15 momento di tregua, le ruspe e gli uomini in divisa si fermano mentre la valle resiste. Da entrambe le parti si infoltiscono le fila.

Ore 16:57 un centinaio di No Tav restano seduti sulla carreggiata circondati dalle fdo, la ruspa ha sfondato le barricate, sparano CS e tentano di spegnere le barricate con gli idranti.

Ore 16:47 le fdo giunte al blocco autostradale, per rallentare l’avanzata delle ruspe date a fuoco le barricate, i No Tav si preparano a resistere

A partire dalle 16:15 un ingente numero di forze dell’ordine proveninete contemporaneamente dalle due direzioni, Susa e Torino, sta avanzando sui manifestanti con ruspe uomini e lacrimogeni per sgomberare l’autostrada dopo circa 48 ore di blocco continuo. Un cinquantina di manifestanti resistono seduti a terra mentre gli uomini in divisa si avvicinano.

Alle 16 circa viene interrotto il breve blocco dei treni alla stazione di Bussoleno