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mercoledì 31 agosto 2011

Riunione comitato sant'antioco.

La riunione del Comitato no radar capo sperone Sant’Antioco ,si svolgerà mercoledi 31 agosto a “ Su semafuru “alle ore 19.00, per discutere  sulle prossime iniziative di settembre e ottobre e sulla riunione regionale No radar del 10 settembre. Siete tutti invitati a partecipare .

mercoledì 24 agosto 2011

24 agosto

STASERA 24 agosto AL PRESIDIO DI CAPO PECORA, Fluminimaggiore h 19.30

"CANDU UNO NO C'INTRA"
STORIE DI TONNI E MILITARI.....
VIENI E FAI VENIRE

da La Nuova Sardegna

 21 agosto 2011
Comune contro ministero: «Non vogliamo il radar sul faro di Isola Bocca».
Il senatore Scanu “Rifiutiamo le scelte che sono calate dall’alto e condizionano il futuro”.
OLBIA. Hotel a 5 stelle, isola casinò, grande occhio del sistema di superdifesa dell’esercito. Il destino del faro dell’Isola Bocca cambia schizofrenico ogni 6 mesi. Uno stravagante fabbricatore di futuri alternativi ha progettato una nuova vita per l’edificio che sorge su un’isola grande come una manciata di pietre. Dal 1887 sorveglia l’ingresso del golfo. L’ultima idea dello Stato è mettere un radar sul faro. Isola Bocca, secondo il governo, dovrebbe rientrare nella rete dei 15 radar che punteggeranno le coste sarde. Un albero di natale che lo Stato vuole accendere in tempi brevissimi.
In Gallura sono previsti tre dei 15 radar che devono essere installati. Il terzo esiste già è nel parco militarizzato della Maddalena. E se a Santa Teresa tutto il paese è sceso in piazza per dire no al radar sul faro, in città l’annuncio passa sotto silenzio. O quasi, perché il senatore del Pd Gian Piero Scanu ha presentato una interrogazione per capire cosa accade. I radar di fabbricazione israeliana sono di nuova generazione. Tecnologia a microonde. Non servono per cuocere il pollo, ma per avvistare le imbarcazioni che arrivano davanti alla costa, sono capaci di avvistare anche un chiattino a 40 miglia di distanza. Un super occhio elettronico nato per fare parte in modo ufficiale del sistema Vts, Vessel traffic service, quello che controlla il traffico delle navi, ma integrabile con il sistema C4isr, Command, control, communications, computers intelligence, surveillance e reconinaissance. Una sigla infinita che indica la rete radar di sicurezza e di intelligence militare.
E sull’ambiguità del loro uso futuro e sul fatto che siano calate dall’alto interviene il senatore Scanu. «Sono contrario all’installazione di un radar nel faro di isola Bocca – spiega Scanu -. In questa scelta calata dall’alto è implicita una servitù. La nostra isola tra poligoni, sottomarini, missili trasportati con navi di linea non può ancora pagare dazio. La Regione come in altre occasioni rimane in totale silenzio. Non è tollerabile che venga deciso di installare 15 radar senza sentire le comunità locali. O la Regione non sa nulla, e questo è negativo, oppure sapeva e ha taciuto, ed è anche peggio. Siamo ancora nella logica berlusconiana della Protezione civile Spa, in cui i beni dello Stato vengono svenduti, privatizzati. Come la proposta del ministro Giulio Tremonti di dare il diritto di superficie per 90 anni ai privati. Al contrario io propongo il rilancio e il potenziamento della Conservatoria delle coste, che vigila sul patrimonio e mette i paletti contro gli speculatori».
L’Isola Bocca e il suo faro che ha oltre un secolo, è del 1887, da qualche anno sono al centro di un infinito tormentone. Lo Stato nel 2009 ha tentato di affittarlo ai privati. Il ministero della Difesa sempre più in bolletta voleva trasformarlo in hotel a 5 stelle, e affittarlo ai privati con un solo obbligo. Ricordarsi ogni sera di accendere la luce. Del faro, si intende. Il sindaco Gianni Giovannelli si oppose. Ora il primo cittadino interviene di nuovo e anche questa volta non sembra troppo entusiasta del progetto. «Non ho ricevuto nessuna comunicazione – dice -. Il faro è un simbolo della città. Ho sempre sostenuto che non può essere ceduto ai privati. Credo che anche per installare un radar sia necessario dialogare con le comunità. Una eventuale servitù militare mi preoccupa. Voglio capire quali intenzioni ha il ministero. Penso che per installare un radar nel nostro comune debbano almeno informare l’amministrazione. Noi non accetteremo scelte calate dall’alto».
Cauta anche l’assessore comunale all’Ambiente Giovanna Spano. «Ho ricevuto una comunicazione dal Gruppo di intervento giuridico – spiega l’assessore -. In queste ore ho cominciato a informarmi in modo completo. Ma per ora ho notizie ancora frammentari e non ufficiali. Non voglio demonizzare i sistemi radar, ma è necessario per prima cosa capire se ci siano rischi per la salute o per l’ambiente. C’è anche da valutare un altro aspetto. Il faro è un simbolo della città. Per installare un radar lo Stato deve confrontarsi con la comunità. Dialogare. Può esistere una soluzione condivisa. Basta cercarla».

I radar sono già sbarcati sulle coste della Sardegna, in silenzio.


agosto 21, 2011
Cagliari, S. Elia, Torre dei Segnali, radar VTS Guardia costiera
Non è solo il radar di Guardia Vecchia, sull’Isola della Maddalena, a esser già operativo (dal 2003) lungo le coste della Sardegna.   Anche a S. Elia, presso il Faro e la Torre dei Segnali, a Cagliari, è attivo un altro degli 11 radar previsti per il Corpo delle Capitanerie di Porto facenti parte del sistema VTS (Vessel Traffic Service) promosso dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il controllo del traffico marittimo di qualsiasi genere, integrabile con il sistema C4ISR (Command, Control, Communications, Computers, Intelligence, Surveillance and Recoinnaissance) a fini fondamentalmente di intelligence militare e di sicurezza.    Si tratta – a quanto pare – di un unico sistema coordinato insieme a ulteriori 4 facenti capo al Corpo della Guardia di Finanza.
Nessuna preventiva informazione sugli eventuali rischi ambientali e sanitari, nessun preventivo coordinamento con gli enti locali interessati, se è vero che il Comune di Olbia ha appreso solo dall’esposto (12 agosto 2011) inoltrato dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
Cagliari, S. Elia, Torre dei Segnali, radar VTS Guardia costiera
 
 
Cagliari, S. Elia, Torre dei Segnali, radar VTS Guardia costiera

Cagliari, S. Elia, Torre dei Segnali, radar VTS Guardia costiera

martedì 23 agosto 2011

23 AGOSTO A SU SEMAFURU

STASERA  MARTEDI' 23 AGOSTO A SU SEMAFURU SANT'ANTIOCO h 19.00

"CANDU UNO NO C'INTRA"
STORIE DI TONNI E MILITARI.....
VIENI E FAI VENIRE

lunedì 8 agosto 2011

L'Isola "spiata"

Ecco undici radar nelle coste
Il radar all'interno del poligono di Quirra
La scelta dei luoghi in cui installare i radar risale a ben cinque anni fa: undici le postazioni fisse che verranno installate nelle coste della Sardegna
Il grande fratello dei militari ha undici occhi e altrettante orecchie: tanti quanto i radar che la Guardia Costiera intende installare in Sardegna nell'ambito del progetto Vts (Vessel Traffic System). Undici postazioni fisse di cui ben quattro nella sola Gallura a presidiare le Bocche di Bonifacio. La copertura delle coste sarde prosegue con radar ad Arbatax, Muravera, Cagliari, Domus De Maria, Isola di San Pietro, Sinis e Asinara. La scelta dei luoghi in cui installare i radar risale a ben cinque anni fa.
Domenica 07 agosto 2011 07.12
 

Antenna-spia nell'isola di Razzoli In tutta la Sardegna undici stazioni
Ecco la mappa dei luoghi segreti per le installazioni della Marina
Domenica 07 agosto 2011
La scelta dei luoghi in cui installare i radar risale a ben cinque anni fa, come dimostra una brochure della Selex sistemi integrati.
Il grande fratello dei militari ha undici occhi e altrettante orecchie: tanti quanto i radar che la Guardia Costiera intende installare in Sardegna nell'ambito del progetto Vts (Vessel Traffic System).
NEL PARCO Undici postazioni fisse di cui ben quattro nella sola Gallura a presidiare uno dei punti più pericolosi e a rischio ambientale dell'intera Isola: le Bocche di Bonifacio. Oltre al già esistente radar di Guardia vecchia a La Maddalena è prevista l'installazione di un'antenna nell'isola di Razzoli, in pieno Arcipelago e parco marino, un'altra nell'isola della Bocca, poco distante dai moli dell'Isola bianca a Olbia, e infine a Capo Testa nel comune di Santa Teresa Gallura in un sito comunitario di interesse ambientale.
ANTENNE Ma la copertura delle coste sarde prosegue con radar a Capo Bellavista (Arbatax), Capo Ferrato (Muravera), Capo Sant'Elia (Cagliari), Capo Spartivento con vista sulle spiagge di Chia, Capo Sandalo (Isola di San Pietro), Capo San Marco nella penisola del Sinis, Punta Scomunica sull'isola dell'Asinara. La scelta dei luoghi in cui installare i radar risale a ben cinque anni fa, come dimostra una brochure della Selex sistemi integrati (azienda a cui è assegnata la realizzazione del progetto in due tranche operative) in cui si promuove l'intero sistema Vts nel corso di seminari riservati a specialisti del settore. Ai primi del mese di luglio alcuni deputati del Pd (Pes- Calvisi, Fadda e Schirru) e il parlamentare Gianpiero Scanu in Senato avevano presentato interrogazioni a risposta scritta sulla dislocazione dei radar in Sardegna.
GOVERNO La settimana scorsa è arrivata la risposta dal Governo attraverso il Ministro per i rapporti con il parlamento Elio Vito: nessuna indicazione precisa sui luoghi e sul progetto della Marina. Insomma una non risposta.
Il sistema Vts nasce per esigenze di controllo del traffico marino, per combattere lo sbarco di clandestini, per contrastare la pesca abusiva. Ma il sistema studiato dalla Selex sistemi integrati (Gruppo Finmeccanica, la holding di Stato specializzata nel settore militare con 7 miliardi di fatturato di cui oltre l'80 per cento da commesse con le stellette) si può ben integrare con un altro progetto di sorveglianza: il C4ISR. Dove con C4 si intende comando, controllo, comunicazioni computer: un vero e proprio sistema di spionaggio informatico.
SPIE Una battaglia elettronica gestita dalle agenzie di informazione italiane (Aise e Aisi) contro quelle che vengono definite dai consulenti della Selex le esigenze dei clienti (gli Stati): minacciati da attività terroristiche, pesca illegale, contrabbando (armi e droga), pirateria, immigrazione clandestina, inquinamento, oltre alla salvaguardia della vita in mare e soccorso. Il risultato è garantito dall'esperienza della Selex e dall'evoluzione tecnologica: «in grado di sorvegliare non solo le grandi navi, ma anche pilotine e boe con segnatura radar molto bassa» a una distanza tra le 25 e 50 miglia marine.