Ecco undici radar nelle coste
Il radar all'interno del poligono di Quirra
La scelta dei luoghi in cui installare i radar risale a ben cinque anni fa: undici le postazioni fisse che verranno installate nelle coste della Sardegna
Il grande fratello dei militari ha undici occhi e altrettante orecchie: tanti quanto i radar che la Guardia Costiera intende installare in Sardegna nell'ambito del progetto Vts (Vessel Traffic System). Undici postazioni fisse di cui ben quattro nella sola Gallura a presidiare le Bocche di Bonifacio. La copertura delle coste sarde prosegue con radar ad Arbatax, Muravera, Cagliari, Domus De Maria, Isola di San Pietro, Sinis e Asinara. La scelta dei luoghi in cui installare i radar risale a ben cinque anni fa.
Domenica 07 agosto 2011 07.12
Antenna-spia nell'isola di Razzoli In tutta la Sardegna undici stazioni
Ecco la mappa dei luoghi segreti per le installazioni della Marina
Domenica 07 agosto 2011
La scelta dei luoghi in cui installare i radar risale a ben cinque anni fa, come dimostra una brochure della Selex sistemi integrati.
Il grande fratello dei militari ha undici occhi e altrettante orecchie: tanti quanto i radar che la Guardia Costiera intende installare in Sardegna nell'ambito del progetto Vts (Vessel Traffic System).
NEL PARCO Undici postazioni fisse di cui ben quattro nella sola Gallura a presidiare uno dei punti più pericolosi e a rischio ambientale dell'intera Isola: le Bocche di Bonifacio. Oltre al già esistente radar di Guardia vecchia a La Maddalena è prevista l'installazione di un'antenna nell'isola di Razzoli, in pieno Arcipelago e parco marino, un'altra nell'isola della Bocca, poco distante dai moli dell'Isola bianca a Olbia, e infine a Capo Testa nel comune di Santa Teresa Gallura in un sito comunitario di interesse ambientale.
ANTENNE Ma la copertura delle coste sarde prosegue con radar a Capo Bellavista (Arbatax), Capo Ferrato (Muravera), Capo Sant'Elia (Cagliari), Capo Spartivento con vista sulle spiagge di Chia, Capo Sandalo (Isola di San Pietro), Capo San Marco nella penisola del Sinis, Punta Scomunica sull'isola dell'Asinara. La scelta dei luoghi in cui installare i radar risale a ben cinque anni fa, come dimostra una brochure della Selex sistemi integrati (azienda a cui è assegnata la realizzazione del progetto in due tranche operative) in cui si promuove l'intero sistema Vts nel corso di seminari riservati a specialisti del settore. Ai primi del mese di luglio alcuni deputati del Pd (Pes- Calvisi, Fadda e Schirru) e il parlamentare Gianpiero Scanu in Senato avevano presentato interrogazioni a risposta scritta sulla dislocazione dei radar in Sardegna.
GOVERNO La settimana scorsa è arrivata la risposta dal Governo attraverso il Ministro per i rapporti con il parlamento Elio Vito: nessuna indicazione precisa sui luoghi e sul progetto della Marina. Insomma una non risposta.
Il sistema Vts nasce per esigenze di controllo del traffico marino, per combattere lo sbarco di clandestini, per contrastare la pesca abusiva. Ma il sistema studiato dalla Selex sistemi integrati (Gruppo Finmeccanica, la holding di Stato specializzata nel settore militare con 7 miliardi di fatturato di cui oltre l'80 per cento da commesse con le stellette) si può ben integrare con un altro progetto di sorveglianza: il C4ISR. Dove con C4 si intende comando, controllo, comunicazioni computer: un vero e proprio sistema di spionaggio informatico.
SPIE Una battaglia elettronica gestita dalle agenzie di informazione italiane (Aise e Aisi) contro quelle che vengono definite dai consulenti della Selex le esigenze dei clienti (gli Stati): minacciati da attività terroristiche, pesca illegale, contrabbando (armi e droga), pirateria, immigrazione clandestina, inquinamento, oltre alla salvaguardia della vita in mare e soccorso. Il risultato è garantito dall'esperienza della Selex e dall'evoluzione tecnologica: «in grado di sorvegliare non solo le grandi navi, ma anche pilotine e boe con segnatura radar molto bassa» a una distanza tra le 25 e 50 miglia marine.
NEL PARCO Undici postazioni fisse di cui ben quattro nella sola Gallura a presidiare uno dei punti più pericolosi e a rischio ambientale dell'intera Isola: le Bocche di Bonifacio. Oltre al già esistente radar di Guardia vecchia a La Maddalena è prevista l'installazione di un'antenna nell'isola di Razzoli, in pieno Arcipelago e parco marino, un'altra nell'isola della Bocca, poco distante dai moli dell'Isola bianca a Olbia, e infine a Capo Testa nel comune di Santa Teresa Gallura in un sito comunitario di interesse ambientale.
ANTENNE Ma la copertura delle coste sarde prosegue con radar a Capo Bellavista (Arbatax), Capo Ferrato (Muravera), Capo Sant'Elia (Cagliari), Capo Spartivento con vista sulle spiagge di Chia, Capo Sandalo (Isola di San Pietro), Capo San Marco nella penisola del Sinis, Punta Scomunica sull'isola dell'Asinara. La scelta dei luoghi in cui installare i radar risale a ben cinque anni fa, come dimostra una brochure della Selex sistemi integrati (azienda a cui è assegnata la realizzazione del progetto in due tranche operative) in cui si promuove l'intero sistema Vts nel corso di seminari riservati a specialisti del settore. Ai primi del mese di luglio alcuni deputati del Pd (Pes- Calvisi, Fadda e Schirru) e il parlamentare Gianpiero Scanu in Senato avevano presentato interrogazioni a risposta scritta sulla dislocazione dei radar in Sardegna.
GOVERNO La settimana scorsa è arrivata la risposta dal Governo attraverso il Ministro per i rapporti con il parlamento Elio Vito: nessuna indicazione precisa sui luoghi e sul progetto della Marina. Insomma una non risposta.
Il sistema Vts nasce per esigenze di controllo del traffico marino, per combattere lo sbarco di clandestini, per contrastare la pesca abusiva. Ma il sistema studiato dalla Selex sistemi integrati (Gruppo Finmeccanica, la holding di Stato specializzata nel settore militare con 7 miliardi di fatturato di cui oltre l'80 per cento da commesse con le stellette) si può ben integrare con un altro progetto di sorveglianza: il C4ISR. Dove con C4 si intende comando, controllo, comunicazioni computer: un vero e proprio sistema di spionaggio informatico.
SPIE Una battaglia elettronica gestita dalle agenzie di informazione italiane (Aise e Aisi) contro quelle che vengono definite dai consulenti della Selex le esigenze dei clienti (gli Stati): minacciati da attività terroristiche, pesca illegale, contrabbando (armi e droga), pirateria, immigrazione clandestina, inquinamento, oltre alla salvaguardia della vita in mare e soccorso. Il risultato è garantito dall'esperienza della Selex e dall'evoluzione tecnologica: «in grado di sorvegliare non solo le grandi navi, ma anche pilotine e boe con segnatura radar molto bassa» a una distanza tra le 25 e 50 miglia marine.
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