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giovedì 26 maggio 2011

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Tresnuraghes. 

Dopo il vertice

Deluso il Comitato:
«Continuiamo la lotta,
restiamo a Tinnias»

Giovedì 26 maggio 2011
L a delusione dei planargesi, da giorni impegnati nel presidio a Tinnias, davanti alla costa di Ischia Ruja, corre su Facebook, il sociale network che in questi giorni è diventato strumento di contatto 24 ore su 24, di passaparola, di discussione, condivisione e programmazione delle iniziative. Per ora, il finto radar cui sono state appese le schede elettorali non brucerà, in attesa delle decisioni future. Ma il comitato “No Radar Ischia Ruja” non abbassa la guardia: «Ci dicono che la Prefettura si è dichiarata non competente - denuncia il presidente del Comitato Domenico Mura - E che il problema passerà ad un altro tavolo. Noi resteremo a Tinnias. No pasaran». Tanino Curcu si mostra a ragione preoccupato per la notizia di una serie di rilievi che un'imbarcazione del Cnr effettuerà sulla costa da Bosa a Santa Caterina di Pittinnuri: «A cosa servono questi rilievi? E come al solito, la popolazione non è stata informata».
Un folto gruppo di membri del Comitato, è andato ieri a Cagliari per testimoniare la contrarietà delle popolazioni locali all'installazione dei radar, insieme con i componenti degli altri comitati attivi nei diversi centri isolani interessati. Una sorta di viaggio della speranza e già ieri mattina Claudia Cossu avvertita: «È la giornata cruciale, speriamo in buone notizie. Sperare vuol dire rischiare la delusione ma il rischio va affrontato perché il massimo rischio nella vita è non sperare più». Al termine dell'incontro di Cagliari, i vari comitati si sono riuniti, stilando un documento finale in cui affermano, fra l'altro, «l'assoluta contrarietà alla realizzazione di questa rete di radar militari, opera costosissima, inutile e dannosa per le persone e l'ambiente». A Tinnias queste parole sono il motivo di una lotta dalla quale nessuno intende recedere. Il radar si potrà fare solo con un atto di forza contro la volontà della popolazione del posto, che interpreta in chiave pacifica una protesta forte e decisa. Questo per ora è l'unico punto fermo.

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