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lunedì 23 maggio 2011

COMUNICATO STAMPA di Legambiente

     
Diciamo no al progetto di installazione dei “radar anti- migranti” in Sardegna
 che militarizzano le coste isolane.
Sull’onda del polverone sollevato per le paventate “invasioni” dei migranti provenienti dal nord Africa, qualcuno ha pensato bene di bandire un mega appalto per disseminare le coste del mediterraneo di radar antibarcone.
In Sardegna si conoscono alcuni dei siti interessati: Capo Pecora a Fluminimaggiore, Capo Sperone a Sant’Antioco, Punta Foghe a Tresnuraghes, l’Argentiera nel comune di Sassari, tutte zone di alta valenza ambientale e paesaggistica tutelate dal PPR.
I quattro radar previsti in Sardegna fanno parte di un progetto nazionale che comprende in totale 18 installazioni dislocati nelle regioni del centro e del sud d’Italia;
Pur avendo seguito procedure formalmente corrette, si tratta di un progetto inaccettabile e ancora, di installazioni militari,  che estendono le servitù a cui la Sardegna è soggetta più di ogni altra regione italiana. Infatti si tratta, stando alle  notizie raccolte, di radar del tipo ELM-2226, fabbricati dalla ELTA - Systems, del gruppo IAI, nota multinazionale degli armamenti israeliana, parte di un sistema di armamenti destinati al rafforzamento della potenza navale. I radar e i dispositivi che emettono onde elettromagnetiche devono essere limitati al massimo per le necessità della navigazione aerea e marittima in sicurezza, per le comunicazioni e per la meteorologia, devono essere localizzati lontano dai luoghi frequentati e non devono provocare impatto ambientale e paesaggistico.
In sostanza si tratta di una riproposizione, con moderne tecnologie, della rete di “torri costiere saracene” che fu edificata nel 1500 dagli spagnoli su tutte le coste della Sardegna. Anche ora si tratta di una militarizzazione delle coste isolane.
Legambiente Sardegna è solidale con le popolazioni e le loro amministrazioni che, giustamente, si oppongono a questa nuova prevaricazione voluta da un governo, che ogni giorno, dà prova di scarsa sensibilità ambientale, come ha recentemente dimostrato per la vicenda delle spiagge regalate ai gestori degli stabilimenti balneari e la ventilata cancellazione degli abusi edilizi in Campania.

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