di Antonio Mazzeo
 Aerei  senza pilota a gogò per la base Usa di Sigonella. Dopo l’utilizzo come  avamposto per le missioni d’intelligence e bombardamento in Libia dei  famigerati droni delle forze armate degli Stati Uniti d’America, dal  prossimo anno l’infrastruttura siciliana sarà una dei principali centri  al mondo per il comando, il controllo e la manutenzione dei velivoli  telecomandati “Global Hawk”, “Predator” e “Reaper”.
 È  quanto rivelato dal programma delle costruzioni militari di US Air  Force per l’anno fiscale 2012, in via d’approvazione dal Congresso. Con  codice 141-454 UAS SATCOM Relay Pads and Facility,  il piano prevede la spesa di 15 milioni di dollari per installare a  Sigonella un sito fornito di antenna, ripetitori e generatori di potenza  per supportare le telecomunicazioni via satellite (SATCOM) del Sistema  degli aerei senza pilota (Unmanned Aircraft System - UAS) e  assicurare “lo spazio per la gestione delle operazioni e delle attività  di manutenzione” dei droni (una ventina solo del tipo “Global Hawk”).  “Nel nuovo centro saranno  installati dodici ripetitori UAS SATCCOM con antenne, attrezzature e  macchinari con la possibilità di aggiungere altri otto ripetitori della  stessa tipologia”, è riportato nella scheda progettuale fornita dal Dipartimento della difesa. “Il  progetto prevede inoltre tutti i sistemi infrastrutturali, meccanici,  elettrici, stradali, di prevenzione incendi ed allarme per supportare il  sito per le comunicazioni satellitari”.
 “Il  Sistema degli aerei senza pilota richiede un’ampia facility che  assicuri la massime efficienza operativa durante le missioni di attacco  armato e di riconoscimento a supporto dei war-fighters”, aggiunge il Pentagono. “La costruzione di una SATCOM Antenna Relay facility  è necessaria per supportare i link di comando dei velivoli controllati a  distanza, in modo da collegare le stazioni terrestre presenti negli  Stati Uniti con gli aerei senza pilota operativi nella regione  dell’Oceano atlantico. Con il completamento di questo progetto saranno  soddisfatte le richieste a lungo termine di ripetitori SATCOM per i  “Predator” (MQ-1), i “Reaper” (MQ-9) e i “Global Hawk” (RQ-4). Il nuovo  sito supporterà inoltre il sistema si sorveglianza aeronavale con  velivoli senza pilota UAV Broad Area Maritime Surveillance (BAMS) di US Navy e le missioni speciali del Big Safari di US Air Force”. Il BAMS  prevede nello specifico l’acquisizione entro il 2015 di una quarantina  di aerei del tipo “Global Hawk” da dislocare nelle stazioni aeronavali  della Marina Usa di Jacksonville (Florida), Kadena (Giappone), Diego  Garcia, Hawaii e Sigonella; il Big Safari  è invece un articolato programma di potenziamento delle funzioni e  delle capacità operative di alcuni velivoli strategici dell’Aeronautica  statunitense, come i grandi aerei da trasporto C-130 e quelli da  riconoscimento RC-135. 
 I  “Predator”, i “Reaper” e i “Global Hawk” di Sigonella verranno  utilizzati per le missioni pianificate nella Regione dell’Oceano  Atlantico dai comandi strategici di Eucom, Africom e Centcom, in modo da  fornire in tempo reale le “informazioni più aggiornate ai reparti  combattenti”. “Il sito di Sigonella garantirà la metà delle trasmissioni  del Sistema dei velivoli senza pilota UAS e opererà in appoggio al sito  di Ramstein (Germania)”, aggiunge il Pentagono. “Senza questa facility,  gli aerei senza pilota non saranno in grado di effettuare le loro  missioni essenziali e non potranno essere sostenuti gli attacchi armati  UAS. Senza l’UAS SATCOM Relay Site  si verificherà una riduzione significativa delle capacità operative  odierne e si avrà un serio impatto negativo sulle future missioni  d’oltremare”. 
 A  Sigonella è pure prevista la realizzazione di un’ampia area per la  sosta dei velivoli e strade d’accesso al sito. “Il costo delle  infrastrutture di supporto è superiore del 25% di quanto calcolato  preventivamente perché la facility deve essere realizzata in un’area  sottosviluppata e delicata dal punto di vista ecologico. La  SATCOM Communications Support Facility  avrà un’estensione di 1.200 metri quadri e non potrà contare  sull’apporto finanziario della Nato”. I lavori dovrebbero iniziare il 12  gennaio 2012 per concludersi entro il 13 settembre. Nel 2013 saranno  poi acquistate alcune apparecchiature di comunicazione del Sistema di  comando e controllo degli UAV per un valore stimato di 1.225.000  dollari. Quando la nuova stazione entrerà in funzione, verranno  trasferiti a Sigonella 55 militari e 58 dipendenti civili dell’US Air Force.
 In  vista della trasformazione della base siciliana in capitale  internazionale dei velivoli senza pilota, sono stati appaltati alla  Cooperativa Muratori Cementisti - CMC di Ravenna (LegaCoop) i lavori per  la realizzazione del “Global Hawk Aircraft Maintanance and Operations Complex”, un mega-hangar di 5.700 metri  quadri per la manutenzione, la riparazione e le ispezioni dei  droni-spia in dotazione all’Aeronautica militare e di quelli in via di  acquisizione da Us Navy. A Sigonella è inoltre divenuto operativo uno  dei tre terminali terresti della rete di telecomunicazione satellitare Global Broadcast Service – GBS (gli  altri due sono stati realizzati a Norfolk, Virginia e Wahiawa, isole  Hawaii). Dal marzo 2009 le stazioni di telecomunicazioni GBS sono passate sotto il comando e il controllo del 50th Space Communications Squadron, con sede nella base aerea di Schriever,  Colorado. Lo squadrone sovrintende ai sistemi tecnologici e informatici  dei programmi satellitari del Dipartimento della Difesa, garantendo il  loro collegamento con più di 170 satelliti e i centri di comunicazione  delle forze Nato e di altri alleati regionali degli Stati Uniti.
 “Il  GBS sostiene le operazioni di routine e le esercitazioni militari, le  attività speciali, le risposte in caso di crisi, la predisposizione  degli obiettivi degli attacchi”, recitano i manuali di guerra delle  forze armate Usa. “Il GBS supporterà inoltre il passaggio e la  conduzione di brevi operazioni di guerra nucleare”. Tempo fa si è  conclusa la “seconda fase” di sviluppo del Global Broadcast Service, con la fornitura a Sigonella, Norfolk e Wahiawa  delle tecnologie per ridurre la larghezza della banda di trasmissione  degli impianti e renderli idonei a ricevere i dati audio e video  raccolti dai “Global Hawk”. La tappa successiva prevede l’integrazione del GBS nel Defense Satellite Communications System, l’architettura delle telecomunicazioni satellitari per le future guerre planetarie Usa. Altro elemento chiave sarà il MUOS (Mobile User Objetive System),  il sistema che vedrà operare in network cinque satelliti di ultima  generazione e i quattro terminali terrestri in fase di costruzione a  Niscemi (Caltanissetta), Kojarena-Geraldton (Australia) e nelle basi GBS  di Norfolk e Wahiawa. La stazione di telecomunicazioni US Navy di  Niscemi è stata scelta al posto di Sigonella dopo che uno studio sulle  onde elettromagnetiche dell’antenna UHF del MUOS aveva determinato che  esse potevano causare la detonazione dei sistemi d’arma e creare gravi  pericoli al traffico aereo dello scalo militare siciliano.     
 Il  Comando di Us Navy ha intanto bandito una gara per la riparazione e  l’ampliamento delle piste aeree di Nas II Sigonella, importo 3.606.000  euro. Verranno asfaltati oltre 25.000 metri quadri di piste e aree di  sosta, mentre saranno rammodernati i sistemi di drenaggio e  d’illuminazione dello scalo.
 
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