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venerdì 30 dicembre 2011

Articolo dell'Espresso su Quirra

Una distesa di crateri e carcasse metalliche, con un'elevata 
contaminazione
 da torio, un metallo pesante, radioattivo e altamente cancerogeno,
 che per anni
 veniva utilizzato nei sistemi di puntamento
Sardegna, la strage nascosta
di Paolo Biondani
Una serie impressionante di decessi per leucemie e tumori. Ma anche casi
 di malformazioni e altre malattie. Nel sud est dell'isola, dove nel poligono 
militare venivano testate armi anche radioattive. La Procura ha disposto la riesumazione di 18 salme e il sequestro di 160 cartelle cliniche. Sotto accusa 
tre generali. Ecco le foto dell'area
Poligono sperimentale. Basta tradurre il concetto per misurare l'assurdità:
 un territorio 
dove militari italiani, eserciti stranieri e perfino industrie private hanno potuto 
per decenni 
provare armi segrete, esplosivi, missili e ordigni micidiali. Un fronte interno, il teatro di 
guerra simulata più grande d'Europa, incredibilmente collocato tra spiagge, pascoli
 e paesi abitati della fascia sud-est della Sardegna. 


Qui, nei 130 chilometri quadrati di area off-limits del poligono sperimentale del Salto di Quirra,
 sono stati testati per cinquant'anni i più micidiali prototipi di nuove tecnologie belliche. Nessuno
 sa quali armi e quali sostanze siano state utilizzate: finora il segreto militare ha coperto
 gran parte delle attività. Di certo negli ultimi mesi un'inchiesta giudiziaria sta cercando di fa
r luce su una serie impressionante di decessi e malformazioni. Un anno fa un primo rapporto
aveva attestato che il 60 per cento dei pastori che condividevano i terreni del poligono con i militari 
sono morti o si sono ammalati di leucemia o tumori emolinfatici. Ora la procura competente di
 Lanusei ha ordinato la riesumazione della salme di 18 vittime e disposto accertamenti 
su un totale
di 160 cartelle cliniche di persone colpite da quella che molti cittadini qui ormai chiamano
 la «sindrome di Quirra». 

"L'Espresso" pubblica in esclusiva le prime immagini della «zona brillamenti», l'area a
 più alto rischio di contaminazione: ettari di terra devastata da sistematiche esplosioni di
 tonnellate di materiale bellico da smaltire al riparo da sguardi indiscreti. 

Una distesa di crateri e carcasse metalliche che, come aveva anticipato una nostra inchiesta
è stata utilizzata per anni come una specie di discarica di guerra. Le consulenze tecniche fatte
 eseguire dalla magistratura ora documentano, tra l'altro, un'elevata contaminazione da torio, 
un metallo pesante, radioattivo e altamente cancerogeno, che per anni veniva utilizzato
 nei sistemi di puntamento. 

In tutta la zona si registrano gravissime malformazioni anche negli animali: 
agnelli con due teste, vitelli con zampe deformi e altri orrori. 
Sulla scia degli studi dei fisici e dei veterinari che per primi lanciarono l'allarme,
 ora gli inquirenti hanno riaperto anche il caso dei 14 bambini nati nel 1988 con 
gravi malformazioni a Escalaplano, uno dei comuni confinanti con il poligono. 
Nei giorni scorsi il procuratore Domenico Fiordalisi ha chiuso la prima fase delle 
indagini, quella che riguarda le mancate misure di prevenzione dei danni alla
 salute della popolazione e la presunta manipolazione dei dati sul reale livello di 
inquinamentoprodotto da oltre mezzo secolo di sperimentazioni ed esercitazioni 
belliche di fatto incontrollate: erano infatti gli stessi utilizzatori del poligono, cioè 
gli eserciti 
anche stranieri e le industrie private che venivano autorizzate ad affittare la 
struttura,
 ad auto-certificare la regolarità delle operazioni. 
Sotto accusa, in particolare, sono finiti tre generali che negli ultimi anni si sono
 avvicendati al comando del poligono, con esclusione dell'attuale responsabile,
 nominato di recente. 

Dopo sei mesi di sequestro giudiziario dell'intero poligono, nel settembre scorso
 il ministero della Difesa si è formalmente impegnato a mettere in sicurezza le 
strutture, impermeabilizzare i terreni e a bonificare l'area. In cambio la procura 
ha concesso il dissequestro, restituendo il poligono al controllo delle forze armate.
 Tra ministero e magistratura continua però un silenzioso braccio di ferro attorno
 al pieno ed effettivo rispetto delle misure imposte con l'ordinanza di sequestro,
 a cominciare dalla recinzione completa delle zone con i più alti valori d
i contaminazione.

Ultimate le indagini ambientali, la procura di Lanusei conta di chiudere entro
 la primavera prossima anche il capitolo più delicato dell'inchiesta: il rapporto 
tra le operazioni militari e l'abnorme numero di casi di tumori e malformazioni 
denunciati da comitati di cittadini, parenti di allevatori, militari e loro familiari.
 Da almeno dieci anni gruppi locali e associazioni nazionali segnalavano 
inutilmente decine e decine di morti sospette. E dal settembre scorso,
sull'esempio della madri dei desaparecidos argentini di Plaza de Mayo, 
ogni 15 del mese alcuni di questi gruppi si ritrovano in Piazza del Carmine
 a Cagliari in un sit-in per chiedere verità e giustizia.

Quirra, il poligono della morte
Le immagini pubblicate dall'Espresso fanno parte dell'archivio di documenti, 
materiali video e testimonianze raccolte dai giornalisti Carlo Porcedda e 
Maddalena Brunetti per il libro-inchiesta 'Lo sa il vento – Il male invisibile
 della Sardegna' (Edizioni Ambiente, collana Verdenero, con prefazione del 
musicista Paolo Fresu), dedicato al poligono di Quirra e alle altre emergenze 
ambientali, dalle industrie inquinanti alle miniere abbandonate, che affliggono 
l'isola: una regione che custodisce gli ultimi paradisi naturali del Mediterraneo.

Il missile della paura
Il missile modello Kormoran Due sganciato da un Tornado durante 
un'esercitazione dell'Areonautica della Repubblica federale tedesca,
 per colpire un rimorchiatore ancorato in mare come bersaglio
(20 aprile 2011)
In questo video, girato dal Poligono sperimentale interforze Salto di 
Quirra il 30 novembre 1988, si vede il missile modello Kormoran Due
 sganciato da un Tornado durante un'esercitazione dell'Areonautica
 della Repubblica federale tedesca, per colpire un rimorchiatore ancorato
 in mare come bersaglio.
Secondo la testimonianza del capitano Giancarlo Carrusci, operativo 
al poligono dal 1977 al 1992, il missile in questione conteneva uranio 
impoverito.

Sardegna, i sopralluoghi al poligono di Quirra
Sulla costa sud orientale della Sardegna, nel poligono di Salto di Quirra,
 per anni si sono verificate grandi esplosioni. Armi, bombe e munizioni 
obsolete venivano fatte brillare senza nessuna precauzione per la salvaguardia
 ambientale né per la salute umana. Ora il procuratore di Lanusei, Domenico 
Fiordalisi, ha aperto un'indagine. Ecco le immagini dei rilievi degli investigatori 
nel poligono

Quel poligono uccide
di Riccardo Bocca
Gigantesche esplosioni, colonne di fumo alte chilometri, nubi tossiche.
 E troppe morti sospette. In una struttura militare sulla costa sud orientale
 della Sardegna si sperimentano da decenni armi e materiali segreti.
 E ora la Procura di Lanusei indaga
(14 aprile 2011)

Quirra, c'è uranio impoverito
di Riccardo Bocca
Un agnello morto vicino al poligono sardo era contaminato.
 Lo rivela un rapporto dell'università che l'ha analizzato. 
Adesso è ora che emerga la verità su questa base militare 
dove da decenni si sperimentano armi segrete

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