da Antonio Mazzeo
Passano dal Qatar alcuni dei segreti della tangentopoli che ha travolto Selex Sistemi Integrati, la società di Finmeccanica che produce sistemi di controllo radar. Gli inquirenti che indagano sulle sovrafatturazioni che hanno consentito di accantonare le somme di denaro poi distribuite a funzionari e politici per ottenere in cambio appalti, ipotizzano che i lavori nello scalo aereo dell’emirato siano stati determinanti per i “fondi neri” di casa Selex.
In Qatar, nel 2009 l’azienda ha ottenuto un appalto per l’installazione dei sistemi di controllo meteorologico e del traffico aereo. Dopo aver subappaltato i lavori di allestimento delle strutture civili alla Renco S.p.a. di Pesaro, Selex le avrebbe affiancato, senza che ce ne fosse bisogno, la Print System di Tommaso Di Lernia. Attraverso un contratto del valore di un milione e 100mila euro, le fu affidata uno “studio di fattibilità” del progetto, comprensivo di sopralluoghi tecnici, studi geologici, carotaggi e perforazioni, rilievi delle falde acquifere, ecc.. Prestazioni che secondo i magistrati, non sarebbero state eseguite, consentendo la creazione di un surplus debitamente convertito in tangenti. Come ammesso dall’unica funzionaria della Print System impiegata in Qatar, Dominga Pascali, l’intervento si sarebbe limitato a qualche rilievo fotografico dei cantieri e alla pubblicazione di una brochure. Nei libri contabili, la Guardia di finanza avrebbe rintracciato solo una ventina di fatture relative alle spese di viaggio della donna in Qatar, per una spesa complessiva di cinquemila euro.
Grandi affari quelli di Selex Sistemi Integrati in Qatar e negli altri emirati del Golfo. Sbarcata a Doha alla fine degli anni ’80 per fornire due radar e un centro di controllo, Selex si è presto affermata come una delle aziende di fiducia delle autorità aeroportuali locali. Meno di tre anni fa ha sottoscritto due contratti, del valore complessivo di 130 milioni di dollari, riguardanti la progettazione e l’installazione dei sistemi per il controllo del traffico aereo e la loro manutenzione per un periodo di cinque anni. Nel luglio 2009 è stato siglato un ulteriore contratto di 2,6 milioni di euro per la fornitura di un sistema A-SMGCS (Advanced Surface Movement Guidance & Control System) per il miglioramento delle condizioni di sicurezza dei movimenti a terra nell’aeroscalo internazionale di Doha.
Commesse milionarie di guerra quelle di Selex Sistemi negli Emirati Arabi Uniti, dove l’azienda italiana è presente dal 2005 in joint venture con il cantiere Abu Dhabi Ship Building. Denominata Abu Dhabi Systems Integration (ADSI), la joint venture è impegnata nel programma “Baynunah” per lo sviluppo e la produzione di sei corvette da 70 metri per la Marina militare EAU. Selex, in particolare, cura la realizzazione del sistema di combattimento IPN-S/R e quello di controllo del tiro NA25XM.
Sempre attraverso ADSI, l’azienda italiana è stata chiamata nel febbraio 2009 ad equipaggiare i dodici pattugliatori veloci acquistati dalla Marina emiratina nell’ambito del programma “Ghannatha”. Il contratto prevede la fornitura dei sistemi di comando, controllo e combattimento e del sofisticato sensore elettro-ottico Medusa MK4/B. Valore della commessa, 70 milioni di euro. Selex è stata pure selezionata per il programma relativo alle corvette classe “Abu Dhabi”, a cui fornirà ancora i sistemi di combattimento IPN-S/R, quelli di controllo tiro NA30S, i radar multiruolo KRONOS e i sensori Medusa. All’equipaggiamento della imbarcazioni militari partecipano altre due aziende del gruppo Finmeccanica: Oto Melara (che fornirà i cannoni da 76/62 “Super Rapido”) e WASS (un sistema per la guerra anti-sottomarini). Il contratto per la nuova classe di corvette ammonta complessivamente a circa 45 milioni di euro, 15 dei quali di pertinenza Selex).
Nel 2010, la società ha ottenuto un ordine per i sistemi di combattimento navale destinati ai due pattugliatori stealth della classe “Falaj-2” che saranno consegnati alla Marina degli Emirati dall’italiana Fincantieri. A bordo delle unità verranno installati anche il sistema per le comunicazioni voce in banda HF e V/UHF prodotto dalla “sorella” Selex Elsag e i cannoni “Super Rapido” di Oto Melara. Selex Sistemi Integrati fornirà altri sei sensori Medusa MK4/B ai pattugliatori della Guardia costiera EAU.
Recentemente, l’azienda ha pure firmato due contratti per il valore complessivo di 31 milioni di dollari con le autorità del Bahrain e del Kuwait relativi alla fornitura di radar di sorveglianza e altri sistemi per il controllo del traffico aereo. In Yemen è stata avviata l’installazione di sei stazioni di sorveglianza costiera VTS (Vessel Traffic System) e la formazione del personale della Guardia costiera nazionale incaricato. Altri sistemi per il controllo dello spazio aereo sono stati installati da Selex Sistemi Integrati negli scali di Jeddah e Riyadh, in Arabia Saudita.
Top secret invece il nome del paese mediorientale con cui è stato siglato a fine gennaio 2011 un contratto di oltre 10 milioni di euro, che prevede la consegna all’Aeronautica militare locale di “stazioni di riparazione e collaudo per la manutenzione di componenti elettronici di radar ATCR e di radar di approccio PAR (Precision Approach Radar)”, come recita lo stringato comunicato emesso dall’azienda. “Il sistema permetterà alla forza aerea sia di accrescere le proprie capacità operative nella gestione dello spazio aereo, riducendo significativamente i tempi di riparazione dei componenti guasti, sia di rafforzare la propria capacità di autonomia nell’esercizio degli apparati”, aggiunge Selex. “La firma di questo contratto segue un precedente accordo siglato nel giugno del 2010, del valore di circa 10 milioni di euro, relativo alla fornitura di un set di radar ATCR e PAR”. Oscure (e sospette) le ragioni per cui amministratori e manager hanno scelto di non fornire l’identità del destinatario delle apparecchiature militari.
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