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domenica 10 aprile 2011

Roma - Iniziativa sotto la sede romana di Almaviva, produttrice dei radar anti immigrati impiegati in Sicilia

 - Oggi abbiamo sanzionato la sede dell’Almaviva!

Almaviva è uno degli attori privati chiave nel campo delle politiche
“securitarie” e di contrasto alla cosiddetta immigrazione clandestina.
Oltre ad aver collaborato con il governo nella realizzazione del
“permesso di soggiorno elettronico”, la società partecipa ai progetti
previsti dal programma operativo nazionale (PON) “Sicurezza per lo
sviluppo - Obiettivo Convergenza 2007-2013” e, da poco, ha vinto l’
appalto per l’istallazione di radar, fabbricati in Israele, utilizzati
in una guerra che da tempo impegna il governo italiano, producendo
migliaia di vittime spesso invisibili e destinate a rimanere senza
nome: la guerra ai migranti che osano solcare il Mar Mediterraneo alla
ricerca di una vita migliore.

Il nome in codice EL/M-2226 ACSR (Advanced Coastal Surveillance
Radar) ed il sistema è stato progettato appositamente per individuare
imbarcazioni veloci di piccole dimensioni sino ad una distanza dalla
costa di 50 chilometri.  Un traliccio di 36 metri è apparso
all'improvviso nel cuore di una delle aree più pregevoli della Sicilia
sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed archeologico, Capo Murro
di Porco, all’interno dell’area marina “protetta” del Plemmirio di
Siracusa.

I dati intercettati dai radar vengono inviati al Centro di comando e
controllo generale della Guardia di finanza che dà il via alle
operazioni aeree e marittime di respingimento con le modalità
sperimentate in questi giorni di crisi umanitaria nel Canale di
Sicilia.

Oltre un milione per ogni antenna (ne sono previste cinque), un
grande affare per questa società, già contractor della N.A.T.O. e con
un fatturato annuo da oltre 800 milioni.

Siamo stati a Lampedusa nei giorni scorsi, domani saremo in Tunisia
per incontrare i protagonisti della rivolta e costruire assieme
un'Europa differente, capace di includere, a pieno titolo, l’altra
sponda del Mediterraneo: uno spazio che desidera libertà e democrazia e
sta lottando per questo.

La lotta è comune, è la lotta per i nostri diritti. E’ la lotta di
chi pratica dal basso, quotidianamente, la politica dell’accoglienza
contro quella dei respingimenti!

No Border No Nation Stop Deportation

da global project

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