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mercoledì 29 febbraio 2012
SU RICHIESTA CIRCOLATA ALCUNI MINUTI FA TRASMETTO IL COMUNICATO SCRITTO DA CHI ERA IN CLAREA DURANTE LO SGOMBERO VI PREGO DI POSTARLO E FARLO GIRARE AL PIU' PRESTO VIA WEB STAMPA RADIO...
Era nell’aria da giorni.
E stamattina, pochi minuti dopo le otto è arrivata la logica
prosecuzione delle mire espansionistiche dei cantieri del TAV nella val
Susa. Ci siamo trovati in pochi in baita circondati da centinaia di
poliziotti in tenuta antisommossa, che affollavano la val Clarea. La
situazione sembrava apparentemente sotto il controllo delle guardie,
quando inaspettatamente Luca, un attivista del movimento è riuscito ad
eludere i controlli salendo sul traliccio dell’alta tensione vicino alla
baita. Uno dei due agenti che lo rincorrevano, è salito immediatamente,
con una fretta inusuale, sconsiderata e senza nessuna messa in sicurezza
sul traliccio, mentre noi siamo tenuti a distanza, isolati di fronte
alla porta della baita. In quel momento Luca in diretta con radio
Blackout manifesta esplicitamente ed in modo incontrovertibile la sua
intenzione di resistere allo sgombero. Preoccupati per il frettoloso
inseguimento verticale a cui veniva sottoposto Luca, gridavamo alle
forze dell’ordine di fermarsi. La risposta è stata: “Non vi preoccupate,
siamo professionisti”.
Pochi secondi dopo, Luca costretto a salire più in alto, per sfuggire
all’agente che lo insegue, viene folgorato da una scarica elettrica da
50.000 volt. Il suo corpo privo di sensi precipita al suolo da oltre 10
metri. Risuona nella mente il “morto” annunciato nei discorsi del capo
della polizia Manganelli, e dell’ex ministro dell’interno Roberto
Maroni. Mentre a noi, scioccati dall’episodio veniva impedito di
avvicinarci, il tempo passava senza che a Luca fossero prestate le prime
cure. Solo dopo oltre mezz’ora è arrivata l’ambulanza. Nonostante vi
fosse una persona in grave pericolo di vita, ferita per terra, i lavori
per l’allargamento del cantiere procedevano ininterrotti, dimostrazione
evidente di quali siano le priorità dei rappresentanti dello stato e
degli operai presenti sul posto: la TAV prima della vita umana.
Nonostante le nostre insistenze parecchio tempo è trascorso prima che ad
uno di noi venisse dato il permesso di avvicinarsi a Luca che dopo oltre
un’ora veniva finalmente trasportato in elicottero all’ospedale.
Scriviamo questo comunicato per informare su quanto accaduto realmente
durante lo sgombero della baita Clarea, smentendo così le false
ricostruzioni partorite dai media di regime insieme a tutte le voci che
stanno girando in questi giorni. Non ci sono state trattative da parte
nostra con le guardie per far scendere Luca, non sono stati usati
lacrimogeni, nessuna corda di sicurezza era stata fissata dall’agente
che seguiva Luca sul traliccio, non vi è stato nessun barricamento
collettivo all’interno della baita. Solo nel pomeriggio ci è stato
permesso di lasciare la baita, costringendoci ad assistere allo scempio
della val Clarea e alla pantomima delle deposizioni: l’ennesimo
“incidente” avvenuto per motivi di ordine pubblico…
L’esempio di Luca esprime quello che tutti noi abbiamo nel cuore,
difendere questa terra a tutti i costi senza se e senza ma.
Il lampo che lo ha colpito rimarrà inciso nella nostra memoria per
sempre insieme all’indifferenza dimostrata dagli operai e dagli agenti
delle forze dell’ordine di fronte ad un fatto di tale gravità.
Ti abbracciamo Luca aspettando di vederti tornare al più presto a
lottare sulle montagne a te e a noi così care.
Gli ultimi ad andarsene
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