SABATO 1 OTTOBRE 2011 ORE 18:00 Via Roma 4
piano terra della Casa del proletariato - Cavallera
ne parliamo con:
Massimo Coraddu : dell'Istituto Nazionale di fisica Nucleare (INFN) di Cagliari e (quasi certamente) Graziano Bullegas.
La Guardia Costiera ha previsto l'installazione di una postazione radar a Capo Sandalo nell'isola di San Pietro a Carloforte.
L'installazione fa parte di una rete di sorveglianza del traffico marittimo denominata VTS, con scopi marcatamente militari.
La rete VTS, affidata alla multinazionale degli armamenti Selex-Finmeccanica, (indagate tra l'altro per un giro di tangenti) prevede ben 73 postazioni radar simili in tutta italia (11 in sardegna), al costo stratosferico di 350 milioni di euro!!!.
Se venisse realizzata interamente farebbe dell'Italia lo stato con le coste
più sorvegliate del mondo.
Il fascio di microonde emesso dai radar risulta potenzialmente pericoloso per la salute umana e per l'ambiente, paradossalmente la maggior parte delle installazioni radar previste sarebbero collocate in siti naturalistici con un elevato grado di protezione, come il faro di Capo Sandalo, appunto. Dove proprio la settimana scorsa è stata inaugurata l'Oasi permanente di protezione faunistica della Lipu.
Tra l'altro se verrà completata la rete radar la nostra isola sarebbe irradiata da tre potenti fasci radar, le cui onde andrebbero a sovrapporsi: radar di Capo Sperone, Capo Pecora e Capo Sandalo.
Alcuni dei radar della rete VTS in Sardegna sono stati installati, all'insaputa della popolazione, negli anni passati (a Cagliari, faro di Capo Sant'Elia, alla Maddalena, faro di Guardia Vecchia); altri hanno incontrato in tempi recenti la forte opposizione della popolazione e sono al momento bloccati (Punta Scomunica, isola dell'asinara, Faro di Capo Testa a S. Teresa di Gallura).
Opporsi all'invasione dei radar sulle coste sarde è possibile.
Oltre a questa rete radar anche la Guardia di Finanza stà cercando di realizzare una sua rete costiera di sorveglianza (in aggiunta a quelli VTS), radar di tipo militare, di costruzione israeliana, da installare in quattro delle zone naturalistiche più importanti della costa occidentale sarda (Capo Sperone a Sant'Antioco,Capo Pecora a Fluminimaggiore, Punta Foghe a Tresnuraghes e L'Argentiera a Sassari).
Le proteste della popolazione e l'occupazione
dei cantieri, la primavera scorsa, hanno bloccato questo scempio.
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