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mercoledì 6 luglio 2011

NUOVO ARTICOLO DI ANTONIO MAZZEO SUI RADAR

http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2011/07/radar-anti-migranti-ad-altissimo.html?spref=fb

mercoledì 6 luglio 2011

Radar anti-migranti ad altissimo impatto ambientale

Cortei, sit-in, presidi permanenti, interrogazioni parlamentari, petizioni popolari, esposti e ricorsi al Tar. Cresce la protesta di cittadini e associazioni ambientaliste contro l’installazione in alcune riserve naturali di Puglia, Sardegna e Sicilia dei famigerati radar anti-migranti EL/M-2226 ACSR prodotti dall’azienda israeliana Elta System. I potenti sensori sono stati acquistati dalla Guardia di finanza grazie alle risorse del “Fondo europeo per le frontiere esterne”, programma quadro 2007-08 contro i flussi migratori, e costituiranno l’ossatura della nuova Rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera che sarà integrata al sistema di comando, controllo, comunicazioni, computer ed informazioni della forza armata per individuare e respingere le imbarcazioni di migranti di piccole dimensioni. Un affare di decine e decine di milioni di euro per il complesso militare industriale israeliano e per la società romana Almaviva (già Finsiel), scelta d’imperio dal Comando della Gdf per approntare i siti e posare i tralicci radar.

La lista delle località prescelte per gli impianti si fa ogni giorno sempre più fitta e comprende zone costiere del sud Italia sottoposte a vincoli ambientali e archeologici. La regione più colpita è senza dubbio la Sardegna: le località individuate per insediare i mostri a microonde sono l’isola di Sant’Antioco, Capo Pecora a Fluminimaggiore, Punta Foghe a Tresnuraghes, Capo Falcone a Stintino, Punta Scomunica all’Asinara e Capo Argentiera nel comune di Sassari. Nel caso di Sant’Antioco, l’installazione radar dovrebbe sorgere presso l’ex stazione militare di Capo Sperone - Su Monti de su Semaforu, sull’altura di Tinnias, splendida area oggi di proprietà della Regione Sardegna, ricadente nel parco naturale di “Carbonia ed Isole Sulcitane”, dove sono presenti pure fabbricati particolarmente significativi dal punto di vista storico-culturale ed architettonico. L’impianto di Punta Foghe a Tresnuraghes incide invece in un territorio classificato come “Zona di Protezione Speciale”, sottoposto a rigidi vincoli di natura ambientale per consentire il ripopolamento della fauna selvatica. Ciononostante, la Regione Sardegna è giunta ad autorizzare Almaviva ad eseguire lavori “in deroga” alle norme di tutela. A Capo Pecora – Fluminimaggiore, le ruspe hanno deturpato l’arenile di Portixeddu, area SIC (sito di interesse comunitario), grattando via in particolare il cucuzzolo di Murru Biancu, la collina che dominava il litorale roccioso.

In Puglia, nelle mire della Guardia di finanza ed Almaviva, c’è invece un terreno di 300 mq ubicato tra le località “Sciuranti” e “Salanare”, all’interno del perimetro del parco naturale Otranto – Santa Maria di Leuca – Bosco di Tricase. In questo caso, tuttavia, lo scorso 17 giugno il Tribunale amministrativo regionale di Lecce ha accolto la richiesta di sospensiva dei lavori d’installazione del radar presentata dal Comitato regionale di Legambiente Puglia, invalidando il parere favorevole reso dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Lecce, Brindisi e Taranto e dal comune di Gagliano del Capo. Per quanto riguarda invece la Sicilia, il radar è stato già montato da diversi mesi a Capo Murro di Porco presso la stazione di sollevamento fognario del Comune di Siracusa, zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed archeologico e prospiciente l’oasi marina protetta del Plemmirio, istituita nel 2005. A seguito delle proteste dei residenti dell’area, dei no war e dell’Associazione Plemmyrion, il 16 aprile 2011 la ministra dell’ambiente Stefania Prestigiacomo (siracusana) aveva strappato al Comando della Guardia di finanza l’impegno ad “individuare in tempi brevi un sito alternativo per eliminare un traliccio che deturpa l’ambiente in una zona di pregio e sottoposta a tutela”, ma sino ad oggi non è stato fatto alcun intervento per rimuovere da Capo Murro di Porco le infrastrutture realizzate.

“L’installazione dei radar potrebbe comportare rischi per la salute dei cittadini, oltre che creare delle servitù militari permanenti e aggiuntive che in Sardegna, in particolare, andrebbero ad aggiungersi alle servitù già esistenti, le quali hanno prodotto per la popolazione residente già gravi conseguenze”, denuncia con un’interrogazione presentata ai ministri dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, della Difesa e dell’Ambiente, l’onorevole Francesco Ferrante (Pd). “Assolutamente insufficienti appaiono al riguardo le rassicurazioni del direttore generale di Almaviva, dott. Antonio Amati, secondo il quale i radar verranno installati su colline, lontane 300 metri dalle coste seguendo le procedure senza imboccare scorciatoie militari. E le emissioni elettromagnetiche saranno inferiori a quelle delle antenne dei telefonini”, riporta Ferrante. “Appare viceversa più attuale il rischio che si crei uno scempio ambientale, urbanistico e paesaggistico, come denunciato pubblicamente tra gli altri da Legambiente Sardegna, che ha chiesto su questi temi l’immediato avvio di un confronto a livello nazionale”. In conclusione, il parlamentare del Pd ha chiesto di conoscere “le procedure di assegnazione dell’appalto alla società Almaviva; l’iter amministrativo che ha condotto al rilascio delle autorizzazioni ad installare i radar in zone incontaminate delle coste italiane; se, e con quale decreto, siano state riconosciute tali strutture “opere di difesa militare”; se non si ritiene improcrastinabile adoperarsi per tutelare le aree interessate dalle installazioni, nonché opportuno avviare un monitoraggio in modo che sia garantita l’assenza di pericolo di inquinamento elettromagnetico”.

Sul pericolo elettromagnetico rappresentato dall’ultima generazione di radar anti-immigrati, è intervenuto Massimo Coraddu dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Cagliari. Il fisico ha analizzato lo studio di impatto elettromagnetico prodotto dagli ingegneri Antonio Casinotti e Giampaolo Macigno per conto della società Almaviva, relativo all’installazione dei radar a Gagliano del Capo e Siracusa. “Gli EL/M2226 ACSR sono trasmettitori Linear Frequency Modulated Continuous Wave (LFMCW) in X-band (dagli 8 ai 12.5 GHz di frequenza), con una potenza di emissione di 50 W e onde molto corte comprese tra i 300MHz e i 300 GHz”, esordisce Coraddu per poi denunciare come le due analisi  “appaiano gravemente carenti sotto molteplici aspetti”, mentre i “risultati vengono riportati in modo poco trasparente e di difficile lettura”. “Esistono notevoli incertezze e imprecisioni riguardo le caratteristiche tecniche e l’esatta modalità di funzionamento del radar, dovute all’incompletezza di quanto riportato nell’analisi d’impatto e a incoerenza con quanto riportato dal costruttore”, scrive il fisico. “La procedura di calcolo adottata nello studio di Almaviva non è chiara (non è specificato quali strumenti software sono stati utilizzati e come); parte delle formule riportate sono erronee o inadeguate alla situazione (adozione di una approssimazione di “campo lontano” a distanze inferiori al limite che lo consente); non si è tenuto conto di tutti i contributi alle emissioni”.

Tra le gravi “incongruenze” delle caratteristiche tecniche del sistema radar, Massimo Coraddu individua quella relativa alla sua presunta velocità di rotazione costante. “Nella sua documentazione, la casa produttrice Elta-System vanta la grande capacità di risoluzione di questo radar, a loro dire capace di individuare il periscopio di un sommergibile tra i flutti a decine di Km di distanza, valutare direzione, velocità e numero di persone a bordo di una piccola imbarcazione a 20 Km di distanza. Sembra poco probabile che tali prestazioni si possano raggiungere semplicemente scansionando a velocità costante il tratto di mare antistante. È verosimile invece che la velocità di rotazione sia costante solo in fase di sorveglianza, mentre nel momento in cui un bersaglio viene individuato, il dispositivo possa essere bloccato e il fascio diretto sul bersaglio sino alla sua completa definizione. In questo caso, nella valutazione del possibile danno alle persone, deve essere individuato come peggior incidente possibile quello in cui il radar viene puntato e rimane fisso sul soggetto”.

Inoltre, in entrambe le analisi di impatto elettromagnetico, le uniche misure sul campo riportate sono quelle relative al livello di fondo dei campi presenti. “Una scelta immediatamente incongrua” scrive Coraddu. “Le misure sono state effettuate infatti con la sonda isotropa EP330, fabbricata dalla Narda S.r.l., che registra campi sino alla frequenza massima di 3 GHz, mentre il radar anti-migranti emetterà a frequenze molto superiori (oltre 9 GHz), alle quali la sonda non è sensibile, e il cui fondo quindi non può essere rilevato”.

Finanche “erronee” appaiono poi le procedure di calcolo dell’intensità delle onde irradiate negli impianti di Gagliano del Capo e Siracusa. Nello specifico, il calcolo del cosiddetto “campo vicino” - i cui effetti elettromagnetici vengono definiti “trascurabili” - è stato effettuato adoperando le formule adottate per la zona di “campo lontano”, non ottemperando a quanto previsto dalla norma CEI 211-7, per cui “ il limite di campo vicino deve essere posto alla maggiore delle due distanze, e dunque le formule approssimate per il campo lontano si potranno usare solo a distanze maggiori o uguali a 470 mt, e non a pochi metri dal sistema radiante, come specificato nella relazione”.

A conclusione del suo studio, Massimo Coraddu individua un’altra grave incongruenza nelle procedure di calcolo dell’elettromagnetismo dei sistemi made in Israele. “Tutte le stazioni radar di sorveglianza prevedono anche un dispositivo di telecomunicazione, un ponte radio per inviare i dati, in tempo reale, al centro di Comando, Controllo, Comunicazioni, Computing ed Informazioni C4I del Comparto Aeronavale della Guardia di Finanza”, scrive il fisico. “Come specificato dall’Ingegner Ferri dell’impresa Almaviva spa, in sede di conferenza dei servizi, per quanto riguarda l’installazione radar di Capo Sperone (Sardegna), ad esempio, il ponte radio è realizzato con un sistema radiante fisso di 120 cm di diametro operante nella banda di 8 GHz. Le emissioni di questo sistema di telecomunicazioni devono quindi essere valutate, mentre invece in entrambe le analisi di impatto elettromagnetico viene invece misurata, in modo scorretto, solo la componente di fondo, mentre non si tiene conto in alcun modo del contributo del ponte radio. Possiamo pertanto affermare che è stata applicata una procedura inconsistente e inadeguata per la valutazione delle emissioni nella zona circostante il radar”. I nuovi radar della Guardia di finanza, prima ancora di scatenare la loro guerra ai migranti, hanno già fatto le prime vittime: l’ambiente, il paesaggio e la salute delle popolazioni residenti.

SIT-IN NORADAR

Il giorno mercoledì 06 luglio si terrà un volantinaggio dinnanzi alla sede del TAR di piazza del Carmine a Cagliari dove il TAR stesso si pronuncerà sulla sospensione dei lavori per il radar di Tresnuraghes.

H : 10: 00 fronte TAR Piazza dl Carmine a Cagliari

NORADAR SEMPRE E OVUNQUE!

martedì 5 luglio 2011

Solidarietà al movimento NOTAV

 riceviamo ed inoltriamo :
 
 
GRAZIE!!!
a chi ha dato vita a un'indimenticabile giornata di resistenza popolare
contro gli interessi mafiosi e la militarizzazione dei territori.
Con la Libera repubblica della Maddalena nel cuore.
NO TAV sempre
tutte e tutti liberi!

Nobordersard - Cagliari

lunedì 4 luglio 2011

Verbale assemblea dei comitati noradar

Il giorno 02 luglio, presso il presidio di  Capo Pecora, alle ore 19.00 ha inizio l’assemblea dei comitati Noradar.
Sono presenti alcuni rappresentanti dei comitati di S.Antioco, Tresnuraghes, Flumini e Cagliari,
assenti i rappresentanti dell’Argentiera.

Il moderatore, dopo aver  chiesto ai  partecipanti di attenersi, durante la discussione ai punti all’ordine del giorno, da la parola a Grazianoper il primo punto: aggiornamento ricorsi TAR.

Graziano, sentito il parere di alcuni avvocati,  prospetta alcune possibilità per i ricorsi al TAR:
per Flumini c’è la possibilità che il ricorso possa essere avviato da Italia Nostra mentre
per S.Antioco da un’altra associazione ambientalista (Legambiente?) oppure, sempre per S.Antioco,
rimane  la possibilità di un ricorso al Presidente della repubblica da parte del sindaco che, al momento, si dichiara disponibile.

Interviene Massimo informando l’assemblea delle difficoltà nei contatti con il comitato dell’Argentiera
e propone di programmare un prossimo incontro tra tutti i comitati, Argentiera compresa.

Per il secondo punto: comunicazione e rapporti tra comitati, interviene Claudia di Tresnuraghes
che si scusa  per i discutibili e talvolta scorretti interventi, apparsi su face book, di alcuni componenti il gruppo e che hanno creato incomprensioni ma che non dovrebbero più verificarsi in futuro.
Vista anche l’eterogeneità dei partecipanti ai vari gruppi su facebook propone di individuare mezzi di comunicazione alternativi a facebook.

Livia, riprendendo l’intervento precedente, ritiene più produttivo utilizzare la mailing-list per
valutare proposte ed iniziative e promuovere incontri più frequenti tra i vari comitati.
La discussione prosegue con diversi interventi che consentono di chiarire dubbi e incomprensioni dovute anche alle difficoltà di comunicazione;  Stefania  lamenta uno scarso coinvolgimento di tutti i comitati per le questioni sorte su “sa die de sa vardinia.
Nello e Livia ritengono che sulla mailing-list si debbano discutere solo le questioni generali e che le iniziative con altri “gruppi o associazioni” locali siano gestite dai singoli comitati che provvederanno ad informarne tutti gli altri. Massimo propone incontri tra tutti i comitati ogni 15 giorni e Carlo ritiene utile che ogni comitato nomini un proprio rappresentante per gestire le comunicazioni sulla mailing-list, chiaramente dopo aver informato e discusso tutte le questioni con gli altri componenti.

L’assemblea concorda che tutte le iniziative a carattere regionale, a nome dei comitati Noradar, debbano sempre essere approvate prima da tutti i comitati; le iniziative, anche con terzi, ma a carattere locale saranno invece gestite dagli stessi comitati locali, dopo essersi consultati con tutti gli altri comitati che si riuniranno ogni 15 giorni circa.

Si discute ancora sui rapporti e le iniziative con altri gruppi e Sandro di “Maluentu” ritiene non si debba
impedire la partecipazione alle iniziative noradar anche ad iscritti ad un partito politico; si ribadisce che chiunque, con la propria ideologia o appartenenza a partiti politici, è ben accetto nelle iniziative noradar senza però strumentalizzazioni di parte  e sempre col confronto con tutti i comitati.

Sulla proposta di adesione per il 09 luglio dei comitati Noradar alla manifestazione dei tre No, indetta
da Cagliarisocialforum, ci si riserva una risposta comune, a breve, dopo aver consultato i componenti dei vari presidi, oggi non presenti all’assemblea.

Massimo ritiene importante per una crescita del movimento Noradar una più stretta relazione
tra tutti i movimenti che hanno un comune intento antimilitarista come per il Salto di Quirra col quale si prenderanno contatti.

Graziano informa i presenti che, come confermato dal generale della G. di Finanza durante la recente
trasmissione su videolina, i finanziamenti del fondo europeo per l’installazione dei radar di profondità
sono momentaneamente  stati revocati per non aver avviato i lavori previsti entro il 30 giugno 2011.
È prevedibile che i suddetti fondi saranno riattribuiti a breve  e la scadenza prorogata al 30 giugno 2012;
tale notizia può essere interpretata come una prima vittoria delle popolazioni che si sono mobilitate nei vari
presidi Noradar.
  
 Graziano propone e legge all’assemblea il documento da inviare al presidente della regione,delle provincie e dei comuni coinvolti nella vertenza Radar; l’assemblea si dichiara d’accordo come pure col comunicato stampa che viene proposto e letto.

Per il terzo punto:azioni future e iniziative a breve scadenza l’assemblea:

-  concorda per un sit-in per il giorno 06 luglio davanti alla sede del TAR di Cagliari dove si discuterà la richiesta di sospensiva inoltrata dal comune di Tresnuraghes;

-   concorda per martedì 12 luglio sit-in davanti alla sede del Consiglio regionale, per sollecitare l’annunciato incontro tra il presidente Cappellacci e i sindaci dei comuni interessati all’installazione dei radar;

-   concorda per il giorno 12 luglio, dopo il sit-in alla Regione, la prossima assemblea dei comitati Noradar.

Il comitato di Cagliari informa l’assemblea di alcune iniziative culturali a Cagliari per la prossima settimana ed a Capo Pecora a metà luglio.

Alle ore 21, esauriti i vari punti all’ordine del giorno, l’assemblea è sciolta.

sabato 2 luglio 2011

ASSEMBLEA DEI COMITATI

OGGI SABATO 2 LUGLIO A CAPO PECORA CI SARA' L'ASSEMBLEA DEI COMITATI NORADAR, PARTECIPIAMO NUMEROSI

h: 18 :00 PRESIDIO DI CAPO PECORA, LOCALITA' FLUMINIMAGGIORE

lunedì 27 giugno 2011

VOLANTINO DISTRIBUITO DURANTE IL PRESIDIO


VAL DI SUSA SOTTO ATTACCO - SOLIDARIETÀ AL MOVIMENTO NOTAV
Stamani alle cinque del mattino le forze del dis-ordine anno iniziato un attacco in massa contro il presidio NOTAV della Maddalena, con massiccio uso di mezzi meccanici, blindati,lacrimogeni, si segnalano già incendi e feriti.
Da dieci anni il movimento NOTAV resiste allo sventramento della Val di Susa per la realizzazione di un’opera inutile e costosissima. Una resistenza popolare, diffusa, che coinvolge l’intera valle contro questa inutile devastazione.
Non è la prima volta che i manifestanti NOTAV vengono attaccati nel nome del profitto delle grandi imprese, ansiose di mettere le mani sulla montagna di soldi pubblici stanziati per i “Treni ad alta velocità” (TAV) che non servono a nessuno, visto che la linea ferroviaria già esistente è in buona parte inutilizzata, mentre ovunque le ferrovie continuano ad andare in rovina, i prezzi aumentano e i pendolari vedono peggiorare di giorno in giorno il servizio e i lavoratori le loro condizioni.
Nel 2005 il presidio di Venaus era stato attaccato con estrema violenza, provocando orrore e disgusto. Violenza inutile, la popolazione subito dopo riprese il cantiere e il controllo della valle dove vuole continuare a vivere, la TAV fu ancora una volta fermata.
Nonostante la violenza voluta da padroni senza scrupoli e dispiegata dallo stato la TAV non passerà neanche questa volta. Basta repressione, solidarietà e resistenza popolare ovunque.
NOTAV
Per aggiornamenti e informazioni : notav.eu/index.php                                                               

Foto dal presidio di solidarietà ai NOTAV, fronte prefettura a Cagliari dalle 11 ad oltranza.