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mercoledì 30 marzo 2011

Vuoi vedere che è stata la gallina prataiola?!

Immigrazione: radar a Sant'Antioco, sindaco in rivolta

Pronto a scendere in piazza contro progetto anti clandestini

30 marzo, 13:45

(ANSA) - SANT'ANTIOCO, 30 MAR - Protesta del sindaco di Sant'Antioco, Mario Corongiu, contro la possibile installazione di un radar, anche in funzione anti clandestini, a Capo Sperone.

Il progetto della Gdf per monitorare il Mediterraneo ha gia' preso avvio a Siracusa, con l'installazione di un analogo radar.

Ma per il sindaco, quello di Sant'Antioco ''non s'ha da fare''.

''Se necessario mi mettero' a capo della protesta in fascia tricolore'', ha dichiarato il primo cittadino facendo propri i timori della popolazione, preoccupata per le conseguenze ambientali e per la salute pubblica. (ANSA).

lunedì 28 marzo 2011

PIETRE E MASSI CONTRO L'INSTALLAZIONE DEL RADAR

riceviamo e inoltriamo:
cumuli di pietre-barricate sulla strada che porta a su semafuru.
Probabilmente messi per impedire la ripresa dei lavori.

AGGIORNAMENTO LAVORI DA SU SEMAFURU

I lavori iniziati di nascosto giovedì scorso sono ora fermi, anzi per nasconderne le tracce, alcuni cespugli di macchia mediterranea rimossa sono stati ripiantati senza successo nel terreno.
Lo sbancamento di alcune piante per la creazione di un passaggio fra i cespugli è stato fatto sulla destra degli edifici, vicino all'ex batteria.
Ecco alcune foto:

ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO IL RADAR A SANT'ANTIOCO

Contro la militarizzazione, l' inquinamento e il deturpamento dei territori,  per opporsi alla guerra ai migranti e al potenziamento delle frontiere, che altro non sono che tracciati di morte. Con questi obiettivi mercoledì 30 marzo a Sant’Antioco alle 18.30,  presso il Texas Hold’em(locale sul lungo mare dall'insegna bianca) si terrà una riunione convocata dai cittadini che si oppongono alla costruzione del radar a Capo Sperone. L’apparecchiatura – uno dei cinque radar israeliani a microonde che si progetta di piazzare per contrastare gli sbarchi di immigrati – dovrebbe essere collocata all’interno dell’ex stazione (su semafuru) radio militare di proprietà della Regione Sardegna.

domenica 27 marzo 2011

Articolo quotidiano locale sabato 26/03/2011

“Qui nessun radar”,
su un lenzuolo
sventola la protesta

Sabato 26 marzo 2011
Vedi le foto “No al radar”. La scritta rossa su un lenzuolo bianco appeso sul muro dell'ex semaforo che guarda verso Nord Africa parla chiaro: esprime tutta la contrarietà alla sistemazione di un radar sulle colline di “Sa Guardia de su turcu” a Sant'Antioco, Sono già iniziati i lavori per costruire una piattaforma in cemento armato ampia 240 metri quadrati. Sopra sarà ancorato il traliccio alto 36 metri e l'occhio elettronico, di costruzione israeliana, che spierà la superficie del mare ed abissi marini per oltre 50 miglia alla ricerca di contrabbandieri e clandestini.
Giovedì mattina una ruspa ha iniziato fare spazio tra la macchia mediterranea dove dovranno essere eseguiti dei carotaggi per la costruzione della base in cemento armato. Tra la macchia mediterranea e la struttura ormai fatiscente dell'ex stazione radio di Capo Sperone sibila il vento, ma si insinua anche la paura di chi vede nel radar rischi per la salute e fonte di inquinamento ambientale. «Ieri mattina alcuni cittadini che abitano vicino all'ex Semaforo si sono recati in Comune per chiedere lumi. Abbiamo spiegato che la costruzione del radar riguarda la sicurezza della nazione - dice il sindaco Mario Mario Corongiu - sappiamo che le autorizzazioni sono in regola. Mi preoccupa solo la salute pubblica per cui ho chiesto informazioni sui rischi che potrebbe arrecare».
Tra coloro che ritengono che il rischio sulla salute possa essere reale c'è anche Italia Nostra. «Genererà un potente fascio elettromagnetico che potrebbe avere ripercussioni negative sull'ecosistema di una vasta area sensibile del sud dell'isola -afferma il presidente Graziano Bullegas - fatto curioso è che la delibera della giunta regionale, che concede l'area in comodato d'uso alla Guardia di finanza, condiziona la realizzazione delle opere all'acquisizione delle autorizzazioni e permessi di legge prescritti per le aree vincolate dal punto di vista paesaggistico qual'è la zona sud dell'isola».
Sul futuro dell'ex semaforo, dopo che lo Stato ha consegnato alla Regione i beni militari dismessi, si sono fatte tante ipotesi. Non ultimo l'utilizzo a fini turistici. «Sono tanti i progetti che la Provincia ha in cantiere. Non certamente un radar che precluderebbe alcuni progetti di carattere turistico dell'isola - afferma Angelo Cremone, presidente della commissione provinciale alle Attività produttive - se si dovesse continuare ci sarà certamente una battaglia istituzionale».

da L'unione Sarda
 
 

sabato 26 marzo 2011

OGGI 26 MARZO h 15 MANIFESTAZIONE CONTRO IL NUCLEARE
RICORDIAMO LA PARTECIPAZIONE DI UNO SPEZZONE AUTOGESTITO
 CONTRO OGNI NOCIVITA'.
RILANCIAMO LA LOTTA CONTRO L'INSTALLAZIONE DI UN RADAR MILITARE DI 36 METRI NELL'ESTREMO SUD DELL'ISOLA DI SANT'ANTIOCO.

venerdì 25 marzo 2011

"NO AL RADAR"

riceviamo e inoltriamo:
"NO ALL'INSTALLAZIONE DEL RADAR A CAPO SPERONE,
NO ALLA MILITARIZZAZIONE DEI TERRITORI,
NESSUNA FRONTIERA"


giovedì 24 marzo 2011

IN GUERRA COI MIGRANTI RADAR MILITARI ISRAELIANI A CAPO SPERONE

Capo Sperone, estremo sud dell’isola di Sant’Antioco, vista mozzafiato sul Mediterraneo, cielo e mare aperto, dalle scogliere sino alle coste dell’Africa, punto di riferimento e di approdo per numerose specie rare e protette di uccelli. La Regia Marina nel 1880 ha costruito qui un punto di osservazione e di segnalazione, “Il Semaforo”, un pregevole edificio che ha visto ed è sopravvissuto a due guerre mondiali, avvistando navi, sommergibili e aerei, guidando il tiro delle artiglierie; poi, inutile per la guerra, è stato abbandonato e, ridotto a un rudere, restituito dal demanio militare alla Regione Sardegna, per usi civili. Tutto il promontorio di Capo Sperone, sulla carta, risulta essere un’area fortemente protetta: l’ex osservatorio militare è inserito nei percorsi del parco geo-minerario, e potrebbe essere un punto di osservazione ideale per la fauna, la flora, il paesaggio e la sua storia. Potrebbe, se i piani dello Stato italiano e dei politicanti della Regione Sardegna per l’area di Capo Sperone, a quanto pare, non fossero molto diversi…
A novembre 2010 la regione ha riconsegnato la cima del promontorio di Capo Sperone (deliberazione 36/22 del 4/11/2010) ai militari della Guardia di finanza, che intendono innalzare un traliccio di 36 metri, al culmine del quale collocare un potente radar militare, modello ELM-2226, acquistato dalla Elta Systems, importante azienda del comparto militare-industriale israeliano, facente parte del gruppo Israel Aerospace Industries Ltd. (IAI). La produzione dell’Elta Systems comprende, oltre ai radar, missili, aerei senza pilota, satelliti militari e svariati ordigni progettati per individuare e inseguire i bersagli. Nelle sue brochure pubblicitarie l’Elta Systems vanta le potenzialità del radar di sorveglianza ELM-2226 nell’avvistamento e il puntamento dei bersagli: è capace di individuare il periscopio di un sottomarino tra le onde, un gommone di incursori a 20 km dalla costa, navi sino alla linea di orizzonte ed è capace di seguire 200 bersagli contemporaneamente. Indubbiamente si tratta di uno strumento pensato e realizzato per la guerra, capace di emettere intensi fasci di microonde, estremamente nocivi per la salute umana e per l’ambiente, ma questo poco importa a chi intende servirsene per guidare un missile sul bersaglio.
Ma quale fronte di guerra passa mai al largo di Capo Sperone? Contro quale nuovo nemico vogliono schierare queste armi?
In linea retta, di fronte al promontorio, si trovano le coste dell’Algeria, la città di Annabah, dalla quale periodicamente giungono piccole barche, intorno ai 4 mt, stipate di 7-8 migranti poveri, decisi a rischiare la vita pur di raggiungere la ricca Europa. È contro di loro che si combatte da tempo una sporca guerra non dichiarata. Perché i militari della guardia di finanza vogliono individuare le barche quando sono ancora in acque internazionali, a 20 km dalla costa? Quale oscena macchinazione si agita nelle loro menti turbate? Respingere le barche in mare aperto condannando i naufraghi a una morte probabile? Abbordarle e caricare gli occupanti a forza su navi militari per poi deportarli nei campi di prigionia gestiti in Africa da qualche dittatore prezzolato e compiacente? Sparare addosso, come già succede, a chi incautamente si avvicina alle coste libiche? E se così non è, perché allora schierare un ordigno di tale potenza e pericolosità?
Quale prezzo si vuol far pagare alla Sardegna per realizzare questa infamia?
Un posto meraviglioso deturpato, l’ambiente devastato, la popolazione irraggiata con effetti a lungo termine imprevedibili e nefasti, come già successo in altre aree devastate dai poligoni militari (Quirra, Teulada, Capo Frasca…).

Noi vogliamo opporci a questa prospettiva, vogliamo provare a dire NO all’ennesima militarizzazione di una porzione della nostra terra.
Vogliamo opporci alla guerra ai migranti e al potenziamento delle frontiere, che altro non sono che tracciati di morte. Fortress Europe calcola circa 15.000 morti accertati negli ultimi 22 anni, ma le cifre non ufficiali probabilmente sono quattro/cinque volte superiori.
BASTA FRONTIERE, BASTA MILITARIZZAZIONE DEI TERRITORI, BASTA GUERRE

2 aprile 2011 iniziativa A  SANT’ANTIOCO PER DIRE NO ALLA COSTRUZIONE DEL RADAR