“Qui nessun radar”,
su un lenzuolo
sventola la protesta
Sabato 26 marzo 2011
Giovedì mattina una ruspa ha iniziato fare spazio tra la macchia mediterranea dove dovranno essere eseguiti dei carotaggi per la costruzione della base in cemento armato. Tra la macchia mediterranea e la struttura ormai fatiscente dell'ex stazione radio di Capo Sperone sibila il vento, ma si insinua anche la paura di chi vede nel radar rischi per la salute e fonte di inquinamento ambientale. «Ieri mattina alcuni cittadini che abitano vicino all'ex Semaforo si sono recati in Comune per chiedere lumi. Abbiamo spiegato che la costruzione del radar riguarda la sicurezza della nazione - dice il sindaco Mario Mario Corongiu - sappiamo che le autorizzazioni sono in regola. Mi preoccupa solo la salute pubblica per cui ho chiesto informazioni sui rischi che potrebbe arrecare».
Tra coloro che ritengono che il rischio sulla salute possa essere reale c'è anche Italia Nostra. «Genererà un potente fascio elettromagnetico che potrebbe avere ripercussioni negative sull'ecosistema di una vasta area sensibile del sud dell'isola -afferma il presidente Graziano Bullegas - fatto curioso è che la delibera della giunta regionale, che concede l'area in comodato d'uso alla Guardia di finanza, condiziona la realizzazione delle opere all'acquisizione delle autorizzazioni e permessi di legge prescritti per le aree vincolate dal punto di vista paesaggistico qual'è la zona sud dell'isola».
Sul futuro dell'ex semaforo, dopo che lo Stato ha consegnato alla Regione i beni militari dismessi, si sono fatte tante ipotesi. Non ultimo l'utilizzo a fini turistici. «Sono tanti i progetti che la Provincia ha in cantiere. Non certamente un radar che precluderebbe alcuni progetti di carattere turistico dell'isola - afferma Angelo Cremone, presidente della commissione provinciale alle Attività produttive - se si dovesse continuare ci sarà certamente una battaglia istituzionale».
da L'unione Sarda
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