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giovedì 24 marzo 2011

IN GUERRA COI MIGRANTI RADAR MILITARI ISRAELIANI A CAPO SPERONE

Capo Sperone, estremo sud dell’isola di Sant’Antioco, vista mozzafiato sul Mediterraneo, cielo e mare aperto, dalle scogliere sino alle coste dell’Africa, punto di riferimento e di approdo per numerose specie rare e protette di uccelli. La Regia Marina nel 1880 ha costruito qui un punto di osservazione e di segnalazione, “Il Semaforo”, un pregevole edificio che ha visto ed è sopravvissuto a due guerre mondiali, avvistando navi, sommergibili e aerei, guidando il tiro delle artiglierie; poi, inutile per la guerra, è stato abbandonato e, ridotto a un rudere, restituito dal demanio militare alla Regione Sardegna, per usi civili. Tutto il promontorio di Capo Sperone, sulla carta, risulta essere un’area fortemente protetta: l’ex osservatorio militare è inserito nei percorsi del parco geo-minerario, e potrebbe essere un punto di osservazione ideale per la fauna, la flora, il paesaggio e la sua storia. Potrebbe, se i piani dello Stato italiano e dei politicanti della Regione Sardegna per l’area di Capo Sperone, a quanto pare, non fossero molto diversi…
A novembre 2010 la regione ha riconsegnato la cima del promontorio di Capo Sperone (deliberazione 36/22 del 4/11/2010) ai militari della Guardia di finanza, che intendono innalzare un traliccio di 36 metri, al culmine del quale collocare un potente radar militare, modello ELM-2226, acquistato dalla Elta Systems, importante azienda del comparto militare-industriale israeliano, facente parte del gruppo Israel Aerospace Industries Ltd. (IAI). La produzione dell’Elta Systems comprende, oltre ai radar, missili, aerei senza pilota, satelliti militari e svariati ordigni progettati per individuare e inseguire i bersagli. Nelle sue brochure pubblicitarie l’Elta Systems vanta le potenzialità del radar di sorveglianza ELM-2226 nell’avvistamento e il puntamento dei bersagli: è capace di individuare il periscopio di un sottomarino tra le onde, un gommone di incursori a 20 km dalla costa, navi sino alla linea di orizzonte ed è capace di seguire 200 bersagli contemporaneamente. Indubbiamente si tratta di uno strumento pensato e realizzato per la guerra, capace di emettere intensi fasci di microonde, estremamente nocivi per la salute umana e per l’ambiente, ma questo poco importa a chi intende servirsene per guidare un missile sul bersaglio.
Ma quale fronte di guerra passa mai al largo di Capo Sperone? Contro quale nuovo nemico vogliono schierare queste armi?
In linea retta, di fronte al promontorio, si trovano le coste dell’Algeria, la città di Annabah, dalla quale periodicamente giungono piccole barche, intorno ai 4 mt, stipate di 7-8 migranti poveri, decisi a rischiare la vita pur di raggiungere la ricca Europa. È contro di loro che si combatte da tempo una sporca guerra non dichiarata. Perché i militari della guardia di finanza vogliono individuare le barche quando sono ancora in acque internazionali, a 20 km dalla costa? Quale oscena macchinazione si agita nelle loro menti turbate? Respingere le barche in mare aperto condannando i naufraghi a una morte probabile? Abbordarle e caricare gli occupanti a forza su navi militari per poi deportarli nei campi di prigionia gestiti in Africa da qualche dittatore prezzolato e compiacente? Sparare addosso, come già succede, a chi incautamente si avvicina alle coste libiche? E se così non è, perché allora schierare un ordigno di tale potenza e pericolosità?
Quale prezzo si vuol far pagare alla Sardegna per realizzare questa infamia?
Un posto meraviglioso deturpato, l’ambiente devastato, la popolazione irraggiata con effetti a lungo termine imprevedibili e nefasti, come già successo in altre aree devastate dai poligoni militari (Quirra, Teulada, Capo Frasca…).

Noi vogliamo opporci a questa prospettiva, vogliamo provare a dire NO all’ennesima militarizzazione di una porzione della nostra terra.
Vogliamo opporci alla guerra ai migranti e al potenziamento delle frontiere, che altro non sono che tracciati di morte. Fortress Europe calcola circa 15.000 morti accertati negli ultimi 22 anni, ma le cifre non ufficiali probabilmente sono quattro/cinque volte superiori.
BASTA FRONTIERE, BASTA MILITARIZZAZIONE DEI TERRITORI, BASTA GUERRE

2 aprile 2011 iniziativa A  SANT’ANTIOCO PER DIRE NO ALLA COSTRUZIONE DEL RADAR

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